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Zheng e la figlioletta Joy, 9 mesi, uccisi a Torpignattara: doppio ergastolo per il killer

Mustafà Betit, 38enne di nazionalità marocchina, è stato condannato all’ergastolo. Nel gennaio del 2012 uccise Zohu Zheng, 31 anni, e la figlioletta Joy, nove mesi appena, che il ragazzo teneva in braccio. Il killer voleva rapinare il giovane cinese dell’incasso di giornata del bar di sua proprietà.
A cura di Enrico Tata
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La piccola Joy, nove mesi, e il padre Zheng uccisi nel 2012 a Torpignattara, Roma
La piccola Joy, nove mesi, e il padre Zheng uccisi nel 2012 a Torpignattara, Roma

Nel gennaio del 2012 Zohu Zheng, 31 anni, fu ucciso insieme alla figlioletta Joy, nove mesi appena, che il ragazzo teneva in braccio. Una rapina commessa in un bar del quartiere romano di Torpignattara che ha fruttato ai rapinatori e killer un bottino di poche migliaia di euro. Per il fatto Mustafà Betit, 38enne di nazionalità marocchina, riporta il Messaggero, è stato condannato all'ergastolo. Il rapinatore sparò un solo colpo, che colpì prima al volto la piccola Joy e poi il giovane papà. Morirono entrambi.

Zohu Zheng e la figlioletta Joy uccisi nel 2012 a Torpignattara

Il fatto avvenne in via Giovannoli, all'angolo di via Antonio Tempesta. I genitori della piccola Joy avevano appena abbassato la saracinesca del loro bar, intorno alle 22, e stavano per rientrare in casa, che si trovava a circa 100 metri dal locale. Due rapinatori in sella a uno scooter si avvicinarono e puntarono una pistola verso di loro chiedendo di consegnargli l'incasso. Il 31enne cinese provò a reagire e i due rapinatori premettero il grilletto. Il proiettile trapassò il cranio della piccola Joy e uccise anche Zheng. "Chi l'ha colpiti puntava all'incasso della giornata perché i signori gestivano questo bar da molto tempo e la modalità di rientro a casa era la solita. L'uomo e la bambina sono stati presi alle spalle. La donna è stata colpita con arma da taglio per strapparle la borsa e lei li ha rincorsi. Poi si è girata è ha visto la scena del marito e della bambina", ricostruì l'episodio l'allora vicesindaca di Roma Sveva Belviso. Una settimana dopo il fatto uno dei due killer fu trovato impiccato in un casolare di Boccea, mentre l'altro provò a scappare. Scappato prima in Francia, poi in Spagna e poi in Africa, fu rintracciato e arrestato. Ieri la corte d'appello l'ha condannato a un duplice ergastolo per i due omicidi commessi.

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