Whistleblowing, dopo la legge arriva il primo licenziamento: è una dipendente del Campidoglio
È una dipendente del Campidoglio, assegnata all'ufficio anticorruzione di Roma Capitale, la prima persona licenziata grazie all'approvazione della legge sul Whistleblowing, che permette di denunciare in forma anonima eventuali comportamenti illeciti dei colleghi. Il licenziamento è stato reso noto dal legale nominato dalla 50enne, Giuseppe Pio Torcicollo. La segnalazione anonima risale allo scorso marzo, quando la donna è stata accusata da uno o più colleghi di assentarsi dall'ufficio, ma non prima di aver timbrato il cartellino in modo da non dover chiedere ferie o permessi.
Pedinata per 3 mesi la dipendente denunciata dai colleghi
Ovviamente prima di procedere al licenziamento gli uffici competenti hanno verificato la veridicità della segnalazione, e per tre mesi la donna è stata controllata dagli agenti di Polizia Locale, che hanno verificato come per l'impiegata fosse un'abitudine timbrare e poi allontanarsi dal posto di lavoro. Oltre ad aver perso il lavoro ora dovrà rispondere anche dell'accusa di truffa aggravata: la prima udienza è fissata per il 20 dicembre.
Cosa prevede la legge sul Whistleblowing
La legge sul Whistleblowing è stata approvata sei giorni fa in via definitiva dalla Camera dei Deputati. Amplissima la maggioranza che ha detto sì al provvedimento: approvato con 357 sì, 15 astenuti e 46 no di Forza Italia, unica forza politica contraria al provvedimento. La norma tutela l'identità e protegge "contro eventuali ritorsioni sul lavoro e atti discriminatori per chi segnala reati o irregolarità alle autorità giudiziarie”, e riguarda sia le aziende privata che gli uffici pubblici.
Chi denuncia gli illeciti sarà tutelato sul posto di lavoro
Chi denuncia non potrà essere “sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi”. Ogni misura dovrà nei suoi confronti dovrà prevedere la fondatezza "da ragioni estranee alla segnalazione", da parte del datore. L'anonimato però non sarà più garantito qualora il dipendente sarà chiamato a deporre in sede giudiziaria.