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Virginia Raggi risponde a Libero: “Insulto volgare, c’è retropensiero che offende uomini e donne”

Con un post pubblicato su Facebook Virginia Raggi risponde al quotidiano Libero e al suo direttore Vittorio Feltri, che questa mattina ha titolato il giornale: “Patata bollente” in riferimento alla sindaca di Roma.
A cura di Enrico Tata
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"Steno aveva più stile. E lo stile manca a chi per attaccare ricorre all’insulto volgare. Immagino le ore passate in redazione per produrre questa rara perla di letteratura. Non c’entra il confronto, non c’entrano le idee diverse". Con un post pubblicato su Facebook Virginia Raggi risponde al quotidiano Libero e al suo direttore Vittorio Feltri, che questa mattina ha titolato il giornale: "Patata bollente" in riferimento alle vicende che coinvolgono la sindaca di Roma.

"C’è un retro-pensiero che offende non soltanto me ma tante donne e tanti uomini. Voglio soltanto svelare un segreto a questi fini intellettuali: un sindaco può essere anche donna! Nel 2017 c’è chi, sfortunatamente, non riesce ancora ad accettare questa semplice idea. Deve farsene una ragione. Non mi sento una vittima. Vittime sono tutte le donne e tutti gli uomini che subiscono, ogni giorno, ogni sorta di violenza che un certo clima e certe parole favoriscono. Ringrazio tutti coloro, donne e uomini, che oggi mi hanno manifestato la loro solidarietà. La strada per la parità è ancora lunga ma abbiamo una lunga resistenza", scrive ancora la sindaca, aggiungendo che chiederà al giornale diretto da Feltri un risarcimento per diffamazione. Alla richiesta dei danni morali, ha concluso Raggi, "aggiungerò anche 1 euro e 50 centesimi che ho speso per comprare per la prima ed ultima volta questo giornale".

Feltri: "Perché dovrei chiedere scusa?"

Solidarietà alla sindaca è arrivata dal Movimento 5 Stelle, ma anche da parte del Partito democratico e di molti esponenti politici. Il direttore Feltri, invece, sembra non avere intenzione di chiedere scusa. "Ma perché dovrei chiedere scusa? Questo stesso titolo lo feci il 15 gennaio 2011 su Libero, dove ero tornato da poco come direttore editoriale, per il caso Ruby rubacuori. L'occhiello era: ‘Silvio rischia grosso'. Il titolo: ‘La patata bollente'. Lo stesso titolo, ‘la patata bollente', fatto su Ruby e con foto di Ruby va bene, se invece lo facciamo sulla Raggi non va bene? Come mai?", ha spiegato Feltri in un'intervista rilasciata ad Affari Italiani.

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