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Virginia Raggi: “Non mi ricandido a sindaco di Roma, c’è la regola dei due mandati”

Il sindaco di Roma blocca ogni ipotesi di ricandidatura al Campidoglio. “C’è il limite dei due mandati” dice ricordando che è stata anche consigliera comunale nell’assemblea capitolina come esponente del Movimento Cinque Stelle che limita a due le consiliature per ogni esponente del movimento, glissando sull’eventuale possibilità di una deroga concessa dal capo del M5S Beppe Grillo. E poi ironizza sulla pressione del suo ruolo da primo cittadino della Capitale: “Intanto direi che arrivare viva alla fine di questo mandato sarà un grandissimo successo”.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi dice che non si ricandiderà come sindaca di Roma. "In base alla regola dei due mandati direi di no, la regola è chiara e ce la siamo data", ha detto la sindaca di Roma a margine di una conferenza stampa. Poi ha scherzato con i cronisti: "Intanto direi che arrivare viva alla fine di questo mandato sarà un grandissimo successo". Per Raggi, in caso di eventuale nuova candidatura a sindaca, si tratterebbe del secondo mandato perché ha già ricoperto il ruolo di consigliere comunale di opposizione quando sindaco era Ignazio Marino.

Di recente è scoppiato il caso di Fabio Fucci, sindaco di Pomezia eletto con il Movimento 5 Stelle, che ha manifestato l'intenzione di ricandidarsi per un altro mandato. In precedenza, però, era stato eletto consigliere comunale di Pomezia e quindi, in base al regolamento interno del movimento fondato da Beppe Grillo, non potrebbe ricandidarsi. "Se toglierò le deleghe di vicesindaco della Città Metropolitana a Fabio Fucci? Di questo ne parleremo in maggioranza, c'è una maggioranza in Città Metropolitana che deve essere coinvolta", ha detto la Raggi rispetto alla posizione del primo cittadino di Pomezia.

Il caso del sindaco di Pomezia Fabio Fucci

"Abbiamo due, tre regole e tra queste c'è la regola dei due mandati che non è in discussione. Il sindaco di Pomezia non è in linea con il Movimento e quindi si autoesclude dal Movimento", è stato il commento sulla questione del candidato presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.  "Sarei l'uomo più felice del mondo se potessi ricandidarmi sindaco nel M5S, ma ho constatato che questo non sarà possibile per un interpretazione rigida del regolamento del Movimento. Io trovo questa interpretazione illogica ed inopportuna. D'altronte, la legge ammette la candidatura a sindaco per due volte consecutive. Credo che non ricandidare un sindaco uscente come me sia un autogol clamoroso. Se le cose dovessero rimanere così ho intenzione di onorare il mio mandato fino all'ultimo giorno, dopodiché saremo tutti più liberi ed una lista civica potrebbe farmi proseguire l'impegno a Pomezia", la risposta del sindaco di Pomezia.

Le reazioni

"Non capisco la notizia. Abbiamo una regola chiara e Virginia l'ha ribadita. Tutto qua. Anche quello per me in Regione sarà il secondo e ultimo mandato, poi tornerò in quel mondo reale sperando di averlo cambiato", ha dichiarato all'Ansa Roberta Lombardi, candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Lazio. All'attacco va invece il leader della Lega Nord Matteo Salvini: "La Raggi non si ricandida? Dopo la tristezza di Spelacchio, è il miglior regalo possibile per i romani!”.

Dura anche Lorenza Bonaccorsi, deputata del Partito democratico: "La retromarcia di Raggi è il riconoscimento pieno del totale fallimento di questa amministrazione targata. Raggi scappa, si rifugia dietro il rispetto degli ordini del Movimento 5 stelle e di Casaleggio invece di impegnarsi per Roma e per i romani. Gli impegni col suo partito vengono prima della città che amministra. Che la sindaca non amasse Roma lo si era capito da subito: non c'è alcuna passione nel suo modo di amministrare la Capitale, tra gaffe, errori, blocco totale della macchina amministrativa e preoccupazione quasi solo per le continue nomine. Con la fuga preventiva dal Campidoglio attiva la conferma che di Roma non le importa nulla".

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