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M5s, sindaco di Pomezia Fucci si ricandida per un terzo mandato: “Presto sarò fuori dal Movimento”

Il sindaco di Pomezia ed esponente pentastellato Fabio Fucci si ricandida nonostante abbia raggiunto il limite dei due mandati e Luigi Di Maio afferma che così si autoesclude dal M5s. Il primo cittadino replica: “Scaduto il mio mandato a primavera sarò fuori dal Movimento”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Tra il sindaco di Pomezia Fabio Fucci e il Movimento Cinque Stelle è scontro: il sindaco uscente in una delle roccaforti del M5s nel Lazio ha deciso di ricandidarsi per provare a raggiungere il secondo mandato da primo cittadino, nonostante l’opposizione del Movimento che è contrario alla ricandidatura per una terza volta dello stesso ‘portavoce’. La decisione di candidare a sindaco Adriano Zuccalà, attuale presidente del consiglio comunale, ha portato Fucci a decidere di concorrere ugualmente con una sua lista civica. Fucci in precedenza aveva ricoperto il ruolo di consigliere comunale per un anno e mezzo, a cui ha fatto seguito la sua elezione a sindaco. Il prossimo, in caso di elezione nel 2018, sarebbe il suo terzo mandato.

Immediata la reazione dei big del Movimento, su tutti il candidato alla presidenza del Consiglio Luigi Di Maio: “Noi abbiamo due, tre regole e tra queste c’è la regola dei due mandati che non è in discussione. Il sindaco di Pomezia non è in linea con il Movimento 5 Stelle e quindi si autoesclude dal Movimento”, sostiene il vicepresidente della Camera.

La replica di Fucci non si fa aspettare e all’Ansa afferma: “Di fatto sarò fuori dal M5s quando scadrà il mio mandato elettorale, cioè a primavera. Sarei la persona più contenta del mondo se potessi ricandidarmi con il M5S, ma in questo momento c’è qualcuno che mi dice di no, non sono io che dico di no: è il Movimento che mi dice di no”. “Non sono io che me ne sto andando – continua Fucci – ho un mandato elettorale e sono intenzionato a portarlo a primavera. Dopodiché, scaduto il mandato, per il M5s io sono già fuori”.

“Ribalto l'affermazione secondo cui io mi starei autoescludendo dal Movimento – sottolinea il sindaco – io mi sento di aver dato e ricevuto tanto dal M5s. Quello che trovo poco logico è che una volta che si dimostra che ci sono le idee e le persone giuste si butta tutto alle ortiche e si ricomincia daccapo. Non mi sto discostando dai principi del Movimento, è il Movimento che mi ha fatto accomodare fuori dalla porta. Io ho parlato con più persone, una delegazione di nostri consiglieri ha parlato con Casaleggio, io pochi giorni fa ho parlato con Bonafede: non c’è stata la minima apertura a interpretare in maniera ragionevole”, dice ancora riferendosi alla regola dei due mandati.

Fucci aggiunge anche di aver ricevuto l’offerta di diventare “capo di gabinetto di un importante ente pubblico quando dovessi terminare l’esperienza di sindaco per rimanere nel M5s”. “Ma a me – spiega – questa sembra una grande ipocrisia: allora per quelli bravi che hanno ben fatto si supera la regola dei due mandati offrendogli incarichi di nomina?”. Rispondendo alla domanda sulla possibilità che il posto di capo di gabinetto fosse quello del Campidoglio, Fucci risponde: “Preferisco ora non specificare qual è: un ente importante fuori da Pomezia, un incarico prestigioso. Ho rifiutato, non voglio campare di politica. Gli incarichi di nomina ti portano a campare di politica e ad elemosinarne sempre di nuovi. Io voglio fare semplicemente il mio ‘vero' secondo mandato da sindaco a Pomezia”.

Fucci ricorda che il suo primo mandato nelle istituzioni è durato “un anno e mezzo, da consigliere comunale”, in quanto si dimise, insieme ad altri consiglieri, per far cadere l’allora sindaco del Pd: “I cittadini ci hanno premiato, e io sono diventato sindaco. Oltre al danno la beffa: mi sono dimesso per mandare a casa i nostri avversari e oggi il premio è che la competenza e i risultati che ho conseguito vengono messi da una parte in nome di una rotazione che non ha granché logica”. Secondo il sindaco di Pomezia un “ciclo amministrativo si chiude in dieci anni di mandato. Ho trovato una chiusura totale. C’è mancanza di lungimiranza. Il governo ha bisogno anche di continuità”.

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