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Virginia Raggi, le prime 9 sfide del nuovo sindaco di Roma

Oggi il debutto in aula Giulio Cesare per Virginia Raggi il primo sindaco a 5 stelle della capitale. Le prime 9 sfide che la nuova amministrazione dovrà affrontare, tra difficoltà e insidie, per cambiare Roma come promesso.
A cura di Valerio Renzi
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Inizia oggi l'era di Virginia Raggi in Campidoglio. Alle ore 15.30 il primo consiglio comunale, l'espletamento delle formalità dell'insediamento del consiglio e del sindaco, poi la presentazione della tanto sudata giunta, tra retroscena, marcia indietro e veleni. Ma ora per il Movimento 5 stelle è l'ora di guardare avanti e di rispondere alle grandi aspettative dei cittadini romani. Tante sono le sfide per cambiare e rimettere in moto la città, qui proponiamo ai lettori le più urgenti, quelle che il sindaco e la sua squadra si troveranno ad affrontare da domani.

Debito. Questa è la sfida davvero capitale, quella da cui dipende la possibilità di realizzare o meno gli altri piani del programma. Raggi ha già annunciato la volontà di portare avanti un audit sul debito, in maniera da capire di quali voci sia composto, per procedere poi con una ristrutturazione.

Risorse per Roma Capitale. Nel novembre del 2015 Beppe Grillo parlava di un programma quasi tatcheriano per Roma ("Se azzeriamo tutte le amministrazioni, quello che intendiamo fare, ci saranno nell’immediato effetti collaterali abbastanza pesanti. Avremo, e i romani devono saperlo, scioperi, gente che verrà in Comune a chiedere perché, persone che perderanno il lavoro"), ma nei mesi la linea lacrime e sangue si è notevolmente ammorbidita. Però, se non si vuole procedere con tagli e privatizzazioni a Roma servono nuove risorse e una deroga al Patto di stabilità, non basterà l'annunciata spending review: per questo Virginia Raggi e il Movimento 5 stelle dovranno andare a bussare alla porta di Matteo Renzi.

Trasporti. È il nodo più dolente nella vita dei romani: i trasporti pubblici. Tempi di attesa infiniti, vetture guaste, parco mezzi troppo vecchio, un rete su ferro di superficie e sotterranea assolutamente insufficiente. Problemi che non si risolvono dall'oggi al domani ma che è necessario, affrontare con una strategia di sviluppo per il futuro. Nel programma del M5s si parla di nuove corsie preferenziali e di una "cura del ferro" in superficie, mentre non è chiaro il futuro della Metro C: quel che è certo è che arriverà fino al Colosseo, poi si vedrà.

Olimpiadi. Il tema della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 ha caratterizzato una gran parte dello scontro elettorale tra il primo turno e il ballottaggio. Ostile il Movimento 5 stelle e Virginia Raggi, che ritengono che la città non sia in grado di sostenere gli oneri di un grande evento come una competizione iridata. Una posizione che ha portato gli attacchi del Comitato per la candidatura, del Coni e degli avversari politici. Pressioni a cui ora il M5s e il suo sindaco dovranno tenere testa: che si scelga la strada del referendum?

Municipalizzate. Fare ordine nella selva delle aziende municipalizzate, chiudere quelle che non funzionano, tagliare i manager e semplificare il quadro delle partecipazioni. Questa è la parola d'ordine. Una sfida difficile, già tentata con difficoltà da Ignazio Marino. Risparmiare e semplificare senza però privatizzare, almeno questa è la promessa.

Stadio della Roma. Virginia Raggi (e l'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini), si troveranno ad affrontare il capitolo dello Stadio della Roma. Formalmente è tutto pronto per iniziare: basta passare le carte dal Campidoglio alla Regione Lazio. Più volte al centro della polemica per la sua contrarietà allo stadio, ora Raggi e la sua maggioranza dovranno spiegare alla città che il problema non è lo stadio di proprietà per la Roma in se stesso, ma il carico di cemento che porta con sé e il luogo scelto per costruirlo. Una posizione che per essere mantenuta prevede una sostanziale marcia indietro del Campidoglio, con la minaccia di cause e contenziosi già avanzati da Unicredit e As Roma.

Periferie. Il Movimento 5 stelle ha trionfato in tutta la città, ma in particolar modo nelle periferie, nell'anello della città consolidata al di là delle Mura Aureliane, ma anche a ridosso e oltre il Gra. Un voto di speranza o di disperazione, ma i quartieri della città che si sentono abbandonati a se stessi aspettano risposte sulla qualità della vita, collegamenti, servizi. Sono stufi di una politica che discute solo di Fori Imperiali e non arriva a guardare oltre Porta Maggiore o al massimo la Stazione Tiburtina, vogliono tornare a sentirsi al centro dei progetti dell'amministrazione e non solo finire sui giornali per il "degrado" o il proliferare delle mafie.

Patrimonio. Fare ordine nell'immenso patrimonio pubblico del Comune di Roma per valorizzarlo e assegnarlo in maniera trasparente. Un lavoro immenso iniziato da Ignazio Marino con la delibera 140 che in questi mesi ha fatto tanto discutere, mettendo alla porta e recapitando ad associazioni e progetti sociali arretrati stellari. Come coniugare la necessità di trasparenza e giustizia contabile con la tutela di esperienze importanti per la città e senza buttare per strada nessuno? Come distinguere esperienze no profit da chi ha approfittato di canoni irrisori?

Velocità e capacità. I romani hanno chiesto nelle urne un cambiamento. Un sentimento che tradire vorrebbe dire condannare all'inefficacia l'azione di governo. Il Movimento 5 stelle ha una maggioranza schiacciante e monocolore in consiglio comunale, non deve fare mediazioni e compromessi come in una coalizione di partiti: per questo non sono ammessi passi falsi, perché i cittadini si aspettando provvedimenti concreti da subito

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