Violenza sulle donne: massacrata di botte dal marito e chiusa nel bagagliaio dell’auto
"La mia vita oggi è aiutare le altre donne vittime di violenza" ha spiegato Alice, massacrata di botte dal marito, gettata in un canale e chiusa nel bagagliaio dell'auto. La sua storia è quella di una donna che ha subito quasi 20 anni di violenze fisiche e psicologiche da parte dell'uomo che ha sposato e che pensava la amasse ma che è stato per tanto tempo il suo carnefice. Insieme a lui ha desiderato e fatto due figli, una famiglia all'apparenza felice, ma la sua prima sberla l'ha ricevuta quando era incinta di cinque mesi. È una storia, quella di Alice di gelosia, di umiliazioni e di dolore, ma anche di rinascita, perché quell'uomo ha trovato il coraggio di denunciarlo e di chiedere il divorzio. Il marito, che sospettava che la moglie lo tradisse, una notte l'ha tirata giù dal letto afferrandola per i capelli, l'ha trascinata in strada e l'ha massacrata di botte per un'ora e mezza, da mezzanotte all'una, con una violenza inaudita, colpendola con una spranga di metallo. Il suo corpo martoriato è finito in un canale, ma lei, ancora viva, si è fatta forza: si è alzata ed è scappata nelle campagne, nonostante il dolore e la disperazione, non ha mollato, non si è lasciata morire. Poi, di nuovo l'incubo: il marito l'ha raggiunta, l'ha picchiata di nuovo e l'ha chiusa nel bagagliaio dell'auto, come fanno i criminali.
Massacrata di botte dal marito, si salva e lo denuncia
La storia della terribile violenza subita da Alice ha per fortuna avuto un lieto fine: nonostante tutto, si è salvata e ha denunciato suo marito, chiedendo il divorzio. L'uomo è stato arrestato con una pena di solo un anno e dieci mesi di carcere con il rito abbreviato, nonostante le violenze ripetute e il sequestro di persona, ma la donna continua a subire violenze da lui. Una violenza economica, in quanto Alice si ritrova con due figli da crescere, un mutuo da pagare intestato a lei e con le spese processuali della separazione tutte a suo carico. "Per un anno non mi ha dato neanche una lira di mantenimento – racconta la donna – questa è violenza economica, mi voleva distruggere. Sono riuscita ad andare avanti lavorando al bar 16 ore al giorno, spesso ci hanno staccato la luce perché non avevo i soldi per pagare la bolletta".