Vigili urbani in rivolta: “Chi farà più multe guadagnerà di più, è inaccettabile”
Sembrava tutto risolto. Dopo un incontro fiume durato fino a notte fonda tra i rappresentanti sindacali dei 24 mila dipendenti del Campidoglio e il vicesindaco Luigi Nieri, era parso di capire che la quadra sul nuovo contratto dei dipendenti pubblici ci fosse. Certo, qualcosa ancora era da limare, i particolari da concordare ma il braccio di ferro tra amministrazione e dipendenti sembrava concluso. Ieri la doccia fredda dopo l'invio della bozza del nuovo accordo da parte del Campidoglio, 52 pagine in cui, secondo i sindacati non c'è nulla di quanto concordato.
"Così non possiamo firmarlo. È un unilaterale mascherato", ha dichiarato Giancarlo Cosentino, segretario della Cisl Fp e rappresentante Rsu di Roma Capitale. "È molto diverso da quello concordato con il Campi- doglio trattando fino alle 4.30 del mattino di giovedì. Noi siamo alla ricerca strenua di un accordo ma d’ora in poi le modifiche dovranno essere scritte davanti a noi perché non vi siano manine che cambiano le regole", dice Natale Di Cola, segretario Cgil Fp Roma e Lazio.
"Non vogliamo che i vigili siano il bancomat del Comune"
Uno dei punti del documento che fa più discutere e arrabbiare i sindacati è quello sulla misurazione della produttività dei vigili urbani e gli annessi premi in denaro per quelli più meritoveli: "gli indicatori di misurazione delle attività saranno costituiti dal numero dei controlli, sopralluoghi e sanzioni". Una formula che in pratica vuol dire: più multe uguale più soldi in busta paga. Un meccanismo che, secondo la Cisl, non potrà che attirare l'attenzione dei consumatori e forse anche del presidente dell'Anticorruzione Cantone. "Non vogliamo che i vigili diventino il bancomat del comune", chiosa Giancarlo Cosentino.