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Viaggio nel mondo delle prostitute romane, 8 clienti su 10 chiedono di non usare il preservativo

Le statistiche sono state elaborate dai ricercatori della Fondazione Villa Maraini-Cri che nel corso degli ultimi due anni hanno incontrato oltre 1600 ‘sex workers’ romani. Il 4,3 per cento di loro è risultato postivo all’HIV, mentre il 10 per cento ha dichiarato di aver contratto malattie a trasmissione sessuale nell’ultimo anno. Il 6,1 per cento ha una laurea, spesso in materie sanitarie, mentre l’82 per cento ha terminato le scuole dell’obbligo.
A cura di Enrico Tata
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Metà di loro dichiara di aver subito violenze, sette su dieci lavorano tutti i giorni della settimana, senza riposo, e più di otto su dieci dichiarano che il cliente chiede di consumare la prestazione senza il preservativo. Le statistiche sono state elaborate dai ricercatori della Fondazione Villa Maraini-Cri che nel corso degli ultimi due anni hanno incontrato oltre 1600 ‘sex workers' romani. Il 76 per cento di loro sono femmine, il 23 per cento transessuali e lo 0,3 per cento uomini. Il 25 per cento di loro ha ammesso di consumare sostanze stupefacenti, di cui il 73 per cento è cocaina. Si stima che i clienti siano oltre nove milioni l'anno.

Provengono per il 1,7% dall'Italia per il 52,40% Est Europa il 21,9% Africa e 23,80% da Sud America, 0,2% altri paesi. Il 4,3 per cento di loro è risultato postivo all'HIV, mentre il 10 per cento ha dichiarato di aver contratto malattie a trasmissione sessuale nell'ultimo anno. Il 6,1 per cento ha una laurea, spesso in materie sanitarie, mentre l'82 per cento ha terminato le scuole dell'obbligo. Il 12,60% ha un partner fisso: il 6,2% ha coniuge e 6,4% un convivente.

"Sono anni che testiamo il nostro target cioè i tossicomani per HIV ed Epatite C. E' per questo che 2 anni fa abbiamo deciso di allargare il target e raggiungere altre categorie di vulnerabili come le sex workers, che è una popolazione che si fa finta di non vedere al massimo ci si scandalizza nel parlarne, senza pensare che c'è il doppio di questa popolazione che sono i clienti, quindi noi che siamo non giudicanti abbiamo sostituito alla strategia dell'attesa quella dell'intervento attivo andando incontro a questi ‘hard to reach', scoprendo che poi non sono tanto difficile da raggiungere e che forse sono le strutture deputate alla prevenzione e cura che sono difficili nell'accesso. Infatti non abbiamo avuto nessun problema a testare questa popolazione che ci ha accolto spesse volte con entusiasmo, anche grazie all'emblema di Croce Rossa che da' l'accesso alle persone più vulnerabili e bisognose di sapere che per noi esistono e sono importanti", ha spiegato il fondatore di Villa Maraini Massimo Barra.

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