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Via del Frantoio a Roma, parla l’eritreo ferito: “Ho avuto paura ma non voglio vendetta”

Il 41enne, ex ospite del Centro di Accoglienza del Tiburtino III, ha raccontato dal suo letto di ospedale agli investigatori, con l’aiuto di un traduttore, di “non avere rancore e di non aver lanciato sassi contro quei bambini”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non ho lanciato sassi contro quei bambini. Ora ho paura, ma non nutro rancore e non voglio vendetta". Comincia con queste parole la testimonianza rilasciata alle forze dell'ordine da parte del 41enne eritreo accoltellato alla schiena la scorsa notte durante l'assedio al presidio umanitario di via del Frantoio, alla periferia di Roma, nel difficile quartiere del Tiburtino III. Lo ha fatto dal letto dell'ospedale Sandro Pertini, dove è ricoverato con una prognosi di 30 giorni, e con l'aiuto di un interprete. In particolare, l'uomo negherebbe che siano stati lanciati dei sassi contro alcuni minori, come sottolineato dalla mamma di uno di loro. Tuttavia, secondo gli investigatori, tra l'eritreo e il gruppo di ragazzini ci sarebbe stato comunque un diverbio che ha portato alla spedizione punitiva.

Ancora, l'uomo avrebbe raccontato molto confusamente di aver preso in mano una mattonella e di aver compiuto il gesto di scagliarla, senza riuscirci. "Lo so che sono strano, parlo da solo, si sono presi gioco di me, me la sono presa e ho fatto per afferrare una mattonella per tirarla e non l'ho fatto", ha dichiarato, precisando che la donna bloccata dai migranti era lì insieme ai ragazzi. La sua versione è in pratica opposta proprio alla testimonianza di Pamela, la madre di uno dei ragazzi coinvolti. Insomma, la dinamica di quanto successo nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 agosto appare ancora poco chiara, quando la tensione è salite alle stelle tra alcuni abitanti del quartiere Tiburtino III e i migranti del Centro di Accoglienza di via del Frantoio.

Il cittadino eritreo accoltellato era un ex ospite della struttura ma continuava a frequentare la zona visti i rapporti che aveva mantenuto con alcuni connazionale. Ad allontanarlo era stata la stessa Croce Rossa perché in passato avrebbe già dato problemi. Intanto, gli uomini della procura di Roma continuano le indagini per ricostruire quanto successo dopo l'apertura di un fascicolo con l'accusa di tentato omicidio.

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