Via Crucis, con Papa Francesco i cristiani che soffrono nel mondo
E' partita dal Colosseo ed è trasmessa in mondo visione la processione della via Crucis guidata, per la seconda volta, da Papa Francesco I. Al suo arrivo il Pontefice è stato accolto da un lungo applauso dalle migliaia di fedeli presenti. Alle 15 stazioni della Via Crucis interverranno famiglie, suore, migranti, uomini, donne e bambini cristiani e perseguitati, provenienti da Iraq, Siria, Nigeria, Egitto e Cina. Saranno anche alcuni di loro a portare la croce lungo la processione Papa Francesco ha affidato al vescovo emerito di Novara, monsignor Renato Corti, di preparare i testi che saranno letti ad ogni stazione, tenendo conto dei temi al centro della sua predicazione: i bambini, le famiglie, la sofferenza, il lavoro, la giustizia sociale e i diritti delle donne.
Papa Francesco ha ricordato il sacrificio dei "fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi. La sete del tuo padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità ci fa pensare alla sete dei nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per a loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice". "Adesso torniamo a casa col ricordo di Gesù, della sua passione, del suo grande amore, e anche con la speranza della sua gloriosa resurrezione". Con queste parole papa Francesco, acclamato dalle grida di "viva il Pap"», ha concluso la Via Crucis al Colosseo. "In te venduto e crocifisso – ha detto il Pontefice – vediamo i nostri consueti tradimenti e quotidiane infedeltà, nel tuo viso sfigurato vediamo la brutalità dei nostri peccati, la crudeltà del nostro cuore e azioni, vediamo tutti gli abbandonati della società, i corpi dei nostri fratelli abbandonati lungo le strade, sfigurati dalla nostra negligenza e indifferenza. La sete del tuo padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità – ha proseguito – ci fa pensare alla sete dei i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per a loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice".
I testimoni di fede che porteranno la croce
Alla prima e all'ultima stazione della Via Crucis la croce sarà portata dal cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la città di Roma, che la porterà così nelle mani del Papa che terminerà la celebrazione con una riflessione finale e benedicendo i fedeli. Per la seconda stazione il testimone della fede passerà nelle mani di una famiglia italiana, i coniugi Alessandro Faustini e con i loro sei figli: poi sarà la volta di una famiglia con figli adottivi, Francesco e Palma Serra con Rafaela e Vitor di origine brasiliana; e ancora una famiglia, Antonio Langella e Maria Grazia Casalino con i figli Alba e Francesco Langella e il fidanzato di Alba, Antonio Pagano. alla quinta stazione, sarà la croce sarà portata da una malata Marzia De Michele, che sarà aiutata nel compito dalla sorella e da un barelliere dell'Unitalsi.
Dalla sesta alla decima stazione, ci saranno i rappresentanti dei fedeli nei cinque continenti: le suore domenicane in Iraq Sundus Qasmusa e Susan Sulaiman; i siriani Philip Astephan e Wael Salibe; i nigeriani Leo Udensi e Charles Nwoke; gli egiziani Malak Gergis e Maikel Hanna; e i cinesi Ivan Zhao e Qi Qiaosu. Dall'undicesima alla quattordicesima stazione a portare il testimone della fede saranno i rappresentati dei missionari, dei frati e delle suore. L'undicesima stazione vede così la croce nelle mani delle suore Silvana Parmegiani e Mariangela Addis dell'istituto dell'Annunziata; la dodicesima in quelle di padre Evenzio Herrera e Gianfranco Pinto Ostuni custodi di Terra Santa; la tredicesima per le suore Francica Adelaida Rosales Ildefonzo e Ludy Fiorella Corpus Saldana, figlie di Nostra Signora della Pietà dall'America Latina.
Le riflessioni delle 15 stazioni
Come di consueto ad ogni stazione sarà proposto ai fedeli un tema di riflessione e preghiera ripercorrendo il cammino di Cristo sulla cima del Monte Golgota. "Siamo fragili nella fede", è l'ammissione alla I stazione, mentre nella II si ricorda chi soffre a causa della fede "in questi giorni, vi sono uomini e donne che vengono imprigionati, condannati o addirittura trucidati, solo perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace". Il proposito espresso nella III è di "non somigliare al fariseo che loda se stesso ma al pubblicano che non osa nemmeno alzare il capo" e nella IV il pensiero va "ai tanti drammi familiari presenti nel mondo". La V stazione è dedicata "all'amore come sorgente di speranza", mentre la VI parla delle donne, della loro presenza nel Vangelo, sottolineando che "il genio femminile ci sprona a vivere la fede con affetto verso Gesù". La VII è dedicata a chi soffre alla "tristezza nell'abisso di molte anime, ferite dalla solitudine, dall'abbandono, dall'indifferenza, dalla malattia, dalla morte di una persona cara". L'VIII stigmatizza "la cecità dell'umanità nei confronti di Cristo"e la IX la "tiepidezza dei cristiani rispetto all'amore di Dio che è un mistero di fuoco". La X stazione invece offrirà ai fedeli una meditazione sugli "avvenimenti che violano la dignità dell'uomo", citando e si citano le situazioni del traffico di esseri umani, dei bambini-soldato, del lavoro come schiavitù, dei ragazzi e adolescenti feriti nella loro intimità. L'XI è un vero e proprio atto di accusa contro la pena di morte: "Quando sarà cancellata ogni forma di tortura e la soppressione violenta di persone innocenti?". Nella XII stazione si ricordano "le sofferenze e le speranze del giusto"; nella XIII si sottolinea il ruolo della "Chiesa della misericordia, chiamata a essere povera e amica dei poveri". La XIV e ultima stazione è dedicata alla Madonna, che «parla al nostro cuore» e che «dà consolazione a coloro che attraversano giorni bui». La benedizione apostolica di Papa Francesco concluderà tutto il rito.
Il Papa prega prostrato davanti la croce
Prima della Via Crucis nella Basilica di San Pietro si è tenuta la celebrazione della Passione. Qui Francesco di è prostrato in preghiera di fronte la croce. Durante l'omelia, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, ha denunciato la persecuzione dei cristiani invitando a pregare "per i nostri fratelli di fede perseguitati, e per tutti gli “Ecce homo” in terra, cristiani e non cristiani". "Per una volta – ha invitato Cantalamessa – non pensiamo alle piaghe sociali, collettive: la fame, la povertà, l’ingiustizia, lo sfruttamento dei deboli. Ne parliamo spesso, anche se mai abbastanza, ma c’è il rischio che diventino astrazioni. Per una volta pensiamo alle sofferenze dei singoli, delle persone con un nome e una identità precise; alle torture decise a sangue freddo e inflitte volontariamente, in questo stesso momento da esseri umani a altri esseri umani, perfino dei bambini".