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Vaticano, abusi sessuali su minori: chiesto il processo per due sacerdoti

Abusi sessuali su minori e favoreggiamento. Sono i reati per dei quali dovranno rispondere come presunti responsabili don Gabriele Martinelli e e don Enrico Radice. I due sacerdoti sono stati rinviati a giudizio dal Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato Vaticano, nell’inchiesta sugli allievi del preseminario San Pio X.
A cura di Alessia Rabbai
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Due sacerdoti rinviati a giudizio. È quanto emerge dall’inchiesta sugli allievi del preseminario San Pio X, a Palazzo San Carlo. Sotto la lente d'ingrandimento del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato Vaticano sono finiti don Gabriele Martinelli, ritenuto presunto responsabile di abusi sessuali su minori e don Enrico Radice, rettore del Preseminario all'epoca dei fatti, con l'accusa di favoreggiamento. A renderlo noto la sala stampa della Santa Sede. L'istituto risalente al 1956 fa capo alla diocesi di Como e ospita studenti delle scuole medie provenienti da tutto il mondo, radunati per capire se in loro ci sia la vocazione alla vita sacerdotale.

Abusi sessuali inascoltati

Gli abusi in un edificio poco distante da Casa Santa Marta, attuale residenza del Santo Padre. Pareti dalle quali grazie a inchieste giornalistiche sono trasparite nel tempo testimonianze di ex allievi, anche con lettere inviate al Papa, che raccontavano rapporti sessuali consumati nelle camere dell'istituto. Tutte parlavano di uomini che costringevano i ragazzi più giovani, minorenni, a concedergli il proprio corpo, anche sotto intimidazioni. Ma fino ad oggi, le segnalazioni erano rimaste inascoltate e non avevano portato nessuna presa di responsabilità da parte dei presunti autori.

L'inchiesta sugli abusi tra i chierichetti del Papa

Le indagini sono partite nel novembre del 2017. Il rinvio a giudizio è stato possibile grazie a un provvedimento di Papa Francesco del 29 luglio scorso, che ha rimosso la causa di improcedibilità: ciò ha fatto sì che i due sacerdoti finissero a processo anche a distanza di anni, nonostante i fatti denunciati siano precedenti al 2012, quando la legge in vigore impediva il processo in assenza di querela della persona offesa da presentarsi entro un anno dai fatti contestati.

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