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Valter Lozza sarà il nuovo Re della monnezza di Roma, con l’aiuto di Raggi e del Governo Conte

L’imprenditore con la nuova discarica di Roma gestirà tre discariche su quattro nel territorio del Lazio. La Procura intanto ha disposto accertamenti sull’iter di autorizzazione e individuazione della nuovo sito a Monte Carnevale da parte di Regione Lazio e Comune di Roma dopo la marcia indietro di Virginia Raggi, mentre in parlamento la normativa europea sulle discariche viene modificata ad hoc per consentire l’utilizzo della cava della Valle Galeria per stoccare i rifiuti di Roma.
A cura di Valerio Renzi
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Manifestazione a Monte Carnevale contro la discarica
Manifestazione a Monte Carnevale contro la discarica

Valter Lozza non ama i riflettori, al contrario del suo predecessore Manlio Cerroni, ma è lui senza dubbio il nuovo padrone della monnezza di Roma e del Lazio. Dopo la discarica di Crepacuore a Civitavecchia e la discarica di Roccasecca a Frosinone, l'imprenditore a capo della Mad Srl si candida a gestire anche la nuova discarica di Roma prevista dal piano regionale per i rifiuti, che una delibera dell'amministrazione di Virginia Raggi indica nel sito di via Monte Carnevale, proprietà della New Green Roma srl, controllata di fatto da Lozza sin dal 2016 ma il cui ingresso ufficiale nel capitale della società è stato ufficializzato solo una manciata di giorni prima la delibera comunale. Così Lozza andrebbe a gestire 3 discariche 4 nel Lazio, trovandosi così in una situazione di sostanziale monopolio.

Delibera Monte Carnevale: arriva la Procura

Una delibera quella su Monte Carnevale che, come raccontato oggi da Vincenzo Bisbiglia sul Fatto Quotidiano, ha attirato l'attenzione della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo. L'interesse degli inquirenti è stato acceso da un esposto di Marco Cacciatore, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle da anni impegnato sul tema dei rifiuti, che ha chiesto di fare chiarezza sulle ragioni che hanno portato l'amministrazione Raggi prima a dire no a una nuova discarica di inerti nel territorio della Valle Galeria, che già ha ospitato la famigerata Malagrotta, per poi fare marcia indietro indicando di concerto con la Regione il sito nelle disponibilità di Lozza. L'invaso di Monte Carnevale inoltre è predisposto per la realizzazione di una discarica di inerti, autorizzata dalla Regione Lazio, ma quella che serve a Roma è una discarica per rifiuti urbani come concertato tra il Campidoglio e l'amministrazione Zingaretti. Un'incongruenza segnalata da Cacciatore nel suo esposto che ribadisce "non essere contro Zingaretti o Raggi, ma a difesa di un territorio. Poi è la Procura che farà la sue valutazioni a partire dagli atti amministrativi prodotti". "C'è poi un punto politico – aggiunge –  in commissione Rifiuti e come attivista mi sono sempre battuto per ribadire due principi: il primo è che non possiamo avere attori industriali con un ruolo di sostanziale monopolio a livello regionale, il secondo è che, come da programma del Movimento 5 Stelle, non possono essere aperte altre discariche nel territorio di Malagrotta e della Valle Galeria".

Monte Carnevale: il soccorso del Governo Conte

Ma intanto a dare una mano a Lozza per la realizzazione della discarica di Roma arriva ora anche il governo Conte. La scorsa settimana in Commissione Ambiente è arrivato il testo di recepimento della direttiva discariche dell'Unione Europea, che prevede però una "piccola modifica". Il testo originale prevede che la realizzazione di una discarica è possibile solo laddove esiste una barriera naturale che divide l'invaso dall'ambiente circostante, a cui si può aggiungere una ulteriore barriera artificiale. In Parlamento invece si è proposto il recepimento della direttiva prevedendo la possibilità che una discarica possa essere realizzata anche laddove non ci siano barriere naturali, proprio come nel caso di Monte Carnevale. Nel progetto non a caso le barriere sono predisposte artificialmente.

Valter Lozza: le inchieste giudiziarie

Lozza è quel tipo di imprenditore che piace sia a destra che a sinistra, e sembra anche al Movimento 5 Stelle. Ha interessi diversificati, ad esempio nell'editoria locale, e negli ultimi anni i suoi rapporti con la giustizia sono stati travagliati. Nel 2018 è stato condannato in primo grado a un anno e otto mesi per intralcio alla giustizia, riguardo a un'indagine su un presunto tentativo di corruzione indiretta su un'inchiesta riguardante un impianto Eni a Gela. Sempre Lozza è stato indagato dalla Procura di Frosinone per lo stoccaggio di materiale pericolo nell'impianto di Roccasecca, procedimento per cui ha sempre rifiutato ogni addebito.

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