Valeria, morta a 17 anni per overdose: chiesti 15 anni per l’uomo che le ha ‘regalato’ il metadone
È l'8 maggio del 2014 quando Valeria Ruggiero viene trovata morta a Roma, in un'abitazione nel quartiere Prati, stroncata da una dose di metadone a soli 17 anni. La ragazza, di origine pugliese, era fuggita ventiquattro ore prima da una comunità terapeutica a Civitavecchia, comune a nord della capitale, dove si trovava nel tentativo di disintossicarsi. Ora l'uomo di 45 anni che le ha dato la dose rischia una condanna a 15 anni di carcere. La richiesta è stata formulata dal pm Marcello Cascini. Secondo quanto ricostruito l'adulto, con problemi di abuso di alcol e sostanze stupefacenti, non avrebbe venduto il metadone alla ragazza, ma gli avrebbe ceduto il flacone per fargli un "favore" lasciandoglielo sopra il comodino del letto.
Secondo quanto ricostruito la 17enne e l'uomo si erano conosciuti alla stazione Termini la sera prima, dove Valeria vagava in crisi d'astinenza. Dopo averla avvicinata e aver fatto conoscenza gli ha offerto ospitalità nella sua abitazione. "Lasciare del metadone sul comodino accanto a una giovane in crisi di astinenza è come lasciare bottigliette d'acqua davanti un assetato", le parole del pm nell'arringa finale riportate da il Messaggero. L'uomo ha dichiarato che non conosceva l'età della ragazza, ma per l'accusa non è "credibile". In aula anche la madre di Valeria, la sentenza è attesa per giugno.