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Università di Cassino, bilanci falsi e debiti da 35 milioni di euro: indagato l’ex rettore

Otto persone, tra cui l’ex rettore dell’Università di Cassino, Ciro Attaianese, sono indagate per falso in bilancio e falso ideologico. Avrebbero nascosto dai bilanci dell’ateneo 35 milioni di debiti con il fisco.
A cura di Enrico Tata
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La sede dell'Università di Cassino
La sede dell'Università di Cassino

L'ex rettore dell'Università di Cassino, Ciro Attaianese, è indagato insieme ad altre sette persone, a vario titolo, per falso ideologico e falso in bilancio. Dal 2013 al 2015, infatti, nei bilanci dell'ateneo sarebbero stati nascosti debiti da 35 milioni di euro. Ai due oggi, insieme ad altre sette persone, è arrivato l'avviso di conclusione delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza e dalla procura di Cassino. Secondo i finanzieri l'esame della documentazione amministrativa e contabile dell'unversità ha permesso di scoprire come l'allora rettore pro tempore, due direttori generali pro tempore e il delegato al bilancio pro tempore, abbiano "iscritto nei bilanci consuntivi del 2013 e 2014 importi dei debiti previdenziali diversi da quelli risultanti dalle rispettive schede contabili. Sempre con riferimento al medesimo arco temporale, si è accertato, inoltre, che 4 Revisori dei Conti avevano falsamente attestato la corrispondenza dei dati dei predetti bilanci con le risultanze della contabilità pubblica dell’università cassinate. E' stata, altresì, interessata per i profili relativi al danno erariale cagionato la competente Procura regionale della Corte dei Conti, in quanto per il mancato versamento nei termini dovuti dei 35 milioni di contributi previdenziali, l’ateneo ha dovuto corrispondere all’agenzia delle entrate – riscossione un ulteriore milione a titolo di agio di interessi".

La scoperta di quei 35 milioni di euro di debito è stata fatta nel 2017 dal rettore Giovanni Betta, che nel Durc, Documento unico di regolarità contributiva, trovò quella cifra monstre. "Tenderei a pensare a una cattiva abitudine consolidata nella pubblica amministrazione, fare cassa con i pagamenti in ritardo, che è sfuggita clamorosamente di mano", aveva dichiarato allora il professore, che aveva allertato la Guardia di Finanza proprio per far luce su questi debiti non inseriti in bilancio.

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