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Unioni civili, via libera dal Campidoglio. Marino: “L’amore è uguale per tutti”

“Finalmente anche Roma si dota di un registro delle unioni civili. È un risultato atteso da tempo, che pone Roma sempre più in prima linea sul fronte dei diritti degli individui e del riconoscimento dei legami affettivi stabili”. Queste le prime parole di Marino dopo l’approvazione del provvedimento.
A cura di Enrico Tata
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Dopo le tensioni di ieri, oggi è arrivato il via libera dell'assemblea capitolina all'istituzione nella Capitale del registro delle Unioni Civili. A dare l'ok al provvedimento, voluto dal sindaco Ignazio Marino e preceduto da mesi di polemiche, la maggioranza di centrosinistra e M5s che ne sono anche promotori. Hanno votato contro Ncd, Fi e Fdi. Si è astenuta la Lista Marchini. “Finalmente anche Roma si dota di un registro delle unioni civili. È un risultato atteso da tempo, che pone Roma sempre più in prima linea sul fronte dei diritti degli individui e del riconoscimento dei legami affettivi stabili. La Capitale dà il segnale che, in questa città, l'amore è uguale per tutti”. Queste le prime parole di Marino dopo l'approvazione del provvedimento.

“Voglio dunque esprimere tutta la mia soddisfazione per questo passo importante che, non solo rappresenta un atto di civiltà e di rispetto delle persone, ma ci allinea al resto del mondo occidentale, in linea con i principali Paesi europei con cui condividiamo la nostra storia politica e culturale”, continua il sindaco di Roma in una nota. In Campidoglio, in Aula Giulio Cesare, è festa. Urla di gioia, applausi e abbracci tra il pubblico subito dopo l'ok del consiglio comunale al provvedimento. In tanti hanno esposto i cartelli raffigurante un cuore con al centro il simbolo dell'uguale. In tanti, al momento dell'ok alla delibera, hanno cantato “Bella Ciao”. Sui banchi dell'aula è stato esposto, da alcuni consiglieri, un enorme striscione di colore arcobaleno: “Roma delibera l'amore”.

Centrodestra contro Marino: "Una farsa senza valore"

Se la maggioranza e i movimenti LGBT esultano, il centrodestra dopo le intemperanze di ieri che hanno portato al blocco dei lavori in aula Giulio Cesare, continuano a dire il loro no deciso al provvedimento. "Oggi in Campidoglio ho votato contro l'istituzione del registro delle unioni civili che, a mio parere, sono un tentativo privo di appigli giuridici di riconoscere diritti alle coppie gay che andrebbero sanciti invece attraverso una legge fatta dal Parlamento – così l'ex sindaco Gianni Alemanno che continua attaccando Marino – La messa in scena andato in onda oggi sotto la regia del sindaco Marino, come già chiarito dal Viminale e dal Prefetto di Roma, è un'iniziativa contro la legge, che serve solo ad illudere le persone e ad indebolire le famiglie"-

Sullo stesso spartito le dichiarazioni di Lavinia Mennuni dell'Ncd che denuncia anche di insulti che avrebbe ricevuto in aula: "Sono fiera di aver contrastato l'inutile e velleitaria delibera delle unioni civili che il sindaco Marino ha voluto approvare a tutti i costi. Debbo tuttavia rilevare la sgradevole sensazione che su questi temi non sia più consentito il dissenso in omaggio al relativismo imperante e alla logica del politicamente corretto. Devo infatti denunciare di aver subito in aula Giulo Cesare insulti verbali pesanti e discriminatori, non solo dagli attivisti gay presenti in Campidoglio in questi giorni, ma anche da alcuni consiglieri della sinistra estrema. Sono stata offesa in quando donna e in quanto madre, sono questi i valori della sinistra?".

Gay Center: "Un fatto storico"

"Ora candidiamo Marino al Quirinale. L'approvazione del registro delle unioni civili che prevede anche l'iscrizione dei matrimoni contratti all'estero, è un fatto storico per Roma. Marino ha mantenuto l'impegno preso in campagna elettorale quando aveva firmato la nostra piattaforma che prevedeva anche l'istituzione del registro delle unioni civili, così come aveva aderito anche il Movimento Cinque Stelle. Impegni rispettati- ha dichiarato il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo.

"Ma il registro a Roma è un fatto che va oltre il valore simbolico – prosegue Marrazzo -Ha un grande valore politico – prosegue – Ora il Parlamento e il Governo Renzi sono chiamati più di prima a fare una legge. Visto che siamo nelle ore decisive per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica come segnale di adesione i parlamentari favorevoli alle unioni gay nelle prime votazioni invece di votare scheda bianca potrebbero scrivere Ignazio Marino sulla scheda per il Quirinale. L'Italia ha bisogno di diritti".

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