Una squadra di tecnici a Nemi per svelare il segreto di una nave romana affondata nel lago
Il lago di Nemi, paesino arroccato tra i colli dei Castelli Romani, custodisce un antico segreto. Gli imperatori romani utilizzavano il piccolo specchio d'acqua in provincia di Roma per organizzare, sostengono alcuni studiosi, spettacolari battaglie navali allo scopo di divertire e stupire i patrizi dell'Impero oppure, oggi è l'ipotesi più accreditata, per allestire importanti cerimonie religiose a bordo di lussuose imbarcazioni. L'esistenza di favolosi tesori abbandonati tra i fondali del lago è tramandata nei secoli attraverso antiche leggende e, fin dal Rinascimento, papi e cardinali studiarono complicati stratagemmi ingegneristici per riportare alla luce le imbarcazioni romane. I vecchi racconti popolari parlano di tre navi, ma gli archeologi, fino ad ora, ne hanno scoperte solo due.
Il loro recupero avvenne negli anni '20 dello scorso secolo, con l'archeologo e senatore Corrado Ricci che guidò una squadra di tecnici per svuotare parzialmente il lago e a permettere così una facile esplorazione dei fondali alla ricerca di reperti. Furono ritrovate e "pescate" due navi romane appartenenti probabilmente all'imperatore Caligola, che successivamente furono semi-distrutte da un terribile incendio. Sul fondo del lago di Nemi, sostengono alcuni studi, ci sarebbe una terza imbarcazione imperiale e così, tra il 5 e il 12 aprile, una squadra di tecnici dell'Arpacal, l'agenzia regionale per l'ambiente della Calabria, si recherà a Nemi per investigare sul mistero. "Si tratta di un monitoraggio veramente particolare perché le strumentazioni di alta tecnologia che l'Arpacal usa per conoscere le profondità del mare calabrese, in questa occasione serviranno a trovare un reperto archeologico tanto importante quanto avvolto nel mistero e nella leggenda", spiega l'agenzia calabrese. "Mentre le prime due imbarcazioni romane furono scoperte agli inizi del Novecento in una delle più importanti operazioni archeologiche del nostro Paese, la terza nave non è stata ancora trovata sebbene la leggenda la indichi come presente. La terza nave dell’imperatore Caligola, infatti, è una dei misteri ancora irrisolti dalla comunità scientifica internazionale".
A Nemi andrà il geologo Dr. Luigi Dattola, in servizio presso il Centro Geologia e Amianto, diretto dalla dr.ssa Teresa Oranges. Dattola “guiderà” la strumentazione per analizzare il fondo del lago. Si tratta di un “side scan sonar” e di un “sub bottom profiler” , utilizzate dal Centro Geologia e Amianto per le attività necessarie da condurre sui fondali marini regionali per studi ambientali finalizzati a varie tipologie d’indagine: dai rifiuti abbandonati alla mappatura della posidonia, piuttosto che ai rilievi necessari per eventuali ripascimenti.