Uccise i figli nel carcere di Rebibbia: il gip si esprimerà sull’assoluzione
Uccise i figli nel carcere di Rebibbia il 18 settembre 2018. Il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione di Alice Sebesta, la mamma detenuta, ritenuta responsabile per il reato di duplice omicidio. Il rinvio a giudizio è fissato per il prossimo 24 settembre, quando il giudice per le indagini preliminari dovrà esprimesi sulla 33enne, assistita dal legale difensore Andrea Palmiero. Come riporta il Corriere della Sera la donna è stata sottoposta a due perizie psichiatriche: nella prima era stata ritenuta capace di intendere e volere, mentre nella seconda capace di volere ma non di intendere. Ciò la rende "non imputabile" e potrebbe essere assolta.
Detenuta lancia i figli dalle scale del carcere
Alice Sebesta il giorno in cui sono accaduti i drammatici fatti che hanno scosso il carcere di Rebibbia e l'Italia intera si trovava per spaccio di droga da tre settimane nella Sezione Nido insieme ai suoi due figli, Faith, una bambina di sei mesi e Divine, un maschietto di venti. La mamma li ha afferrati uno alla volta e li ha scaraventati giù per le scale. Il piccolo, trasportato in condizioni disperate all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma con un danno cerebrale severo, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Purtroppo, nonostante i medici abbiano tentato il possibile, non c'è stato nulla da fare per salvargli la vita.
Perché Alice Sebesta non doveva essere in carcere
Alice Sebesta “non doveva essere in carcere”, ne è convinto Stefano Anastasia, garante dei detenuti del Lazio che non condivide la reclusione in carcere disposta dal giudice per la mamma. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it ha spiegato infatti che: "Secondo la legge 62/2011, per madri con i bambini piccoli il carcere può essere applicato in misura cautelare solo se sussistono esigenze di eccezionale rilevanza: le alternative sono gli arresti domiciliari o la casa famiglia protetta".
Funerali di Faith e Divine
I funerali di Faith e Divine sono stati celebrati dieci giorni dopo, nella chiesa di Sant'Onofrio a Roma, completamente a spese del Bambin Gesù, dove medici e infermieri si sono stretti intorno a uno dei due bimbi, ancora vivo, cercando di salvarlo. Le due piccole bare bianche sono state poi trasferite in Germania, dove risiede la nonna.