Uccise e fece a pezzi Armando Capirchio: condannato a 30 anni Michele Cialei

Armando Capirchio

Ucciso a colpi di fucile, finito con una grossa pietra, il corpo fatto a pezzi e messo in due bustoni di solito utilizzati per i mangimi degli animali e poi abbandonato sulle montagne. Morì così il pastore Armando Capirchio, i cui resti furono ritrovati cinque mesi a Lenola, provincia di Latina, dopo la scomparsa avvenuta a ottobre 2017. Per il suo omicidio oggi è stato condannato a 30 anni Michele Cialei, giudicato con il rito abbreviato (e quindi ha beneficiato di uno sconto di pena). Cialei, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, è il responsabile del dell'omicidio, mentre il figlio Terenzio lo avrebbe aiutato ad occultare il cadavere.  Il ventenne è stato condannato a 2 anni e 6 mesi con pena sospesa per vilipendio e soppressione di cadavere di Capirchio.

Armando Capirchio sparì nel nulla il 23 ottobre del 2017

Il pastore Armando Capirchio sparì nel nulla il 23 ottobre del 2017. La sua automobile, una Fiat Punto, fu ritrovata la mattina stessa della scomparsa, aperta e con i documenti di identità all'interno. Il 12 dicembre Michele Cialei, allevatore della zona, fu arrestato per omicidio e occultamento del cadavere.  Fu accertato che l'indagato era andato sui monti armato di fucile, poi era tornato a casa ed era uscito di nuovo con sacchi e guanti. Tracce di sangue furono trovate lungo un sentiero, sulle pietre e anche all'interno del portabagagli della macchina. Voleva vendicarsi, secondo gli investigatori, dell'uccisione di tre mucche di sua proprietà. Uccise Capirchio, fece a pezzi il cadavere e lo nascose sui monti di Lenola. Il 23 marzo del 2018 i resti del corpo furono ritrovati all'interno di due bustoni. A marzo scorso, dopo più di un anno di silenzio, Cialei ha confessato.