Uccisa dal compagno, l’autopsia rivela: Michela è stata strangolata nel sonno
Prima di essere massacrata con un peso da palestra, è stata strangolata. I risultati dell’autopsia eseguita all’ospedale Gemelli di Roma, smentiscono in parte quanto dichiarato dall'assassino di Michela Di Pompeo, il compagno Francesco Carrieri, 55 anni reo confesso. L'uomo ha riferito di averla uccisa aggredendola nel sonno con un attrezzo da ginnastica. Ciò che non ha detto – e che invece è emerso dall'esame medico legale – è che l'ha prima uccisa strangolandola. Solo in un secondo momento, dunque, quando la professoressa di tedesco era già esanime, avrebbe infierito sul corpo.
Un quadro diverso dell'efferato omicidio consumatosi la notte del primo maggio scorso in via del Babuino, a Roma, che potrebbe cambiare la posizione del 55enne dirigente di banca, sul quale pende l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. L'uomo, che dopo aver ucciso la compagna 48enne si è presentato in caserma per autodenunciarsi, afferma di aver agito in preda alla rabbia dopo aver letto un sms di un ex fidanzato di Michela, ma dopo gli esiti degli esami medici, che smentiscono il suo racconto, la credibilità del manager potrebbe non essere giudicata più così solida dai magistrati.