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Uccide la collega dopo liti per l’aria condizionata: ridotta la pena a una postina di Formia

Arianna Magistri, postina originaria di Formia che nel giugno 2016, a Sperlonga, in provincia di Latina, aggredì una collega, Anna Lucia Coviello, provocandone la morte, è stata condannata a sei anni di reclusione dalla prima Corte d’assise d’appello di Roma. In primo grado l’imputata era stata condannata a 16 anni per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e per stalking. In appello il reato è stato ridefinito in omicidio preterintenzionale e sono cadute le aggravanti e l’accusa di stalking.
A cura di Francesco Loiacono
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È stata condannata a sei anni di reclusione Arianna Magistri, postina originaria di Formia che nel giugno 2016, a Sperlonga, in provincia di Latina, aggredì una collega, Anna Lucia Coviello, provocandone la morte. Magistri è stata giudicata dalla prima Corte d'assise d'appello di Roma, che l'ha riconosciuta colpevole di omicidio preterintenzionale riducendo notevolmente l'entità della pena. In primo grado, infatti, la postina era stata riconosciuta colpevole di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e atti persecutori ed era stata condannata col rito abbreviato a 16 anni di reclusione. In appello il reato è stato ridefinito da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, mentre sono cadute sia le accuse di stalking sia le aggravanti.

L'episodio per cui la donna è stata condannata risale al 14 giugno del 2016, quando la 63enne Coviello fu trovata agonizzante in fondo alle scale del parcheggio multipiano di Sperlonga, vicino all'ufficio postale. La donna morì dopo una settimana di agonia: le indagini dei carabinieri individuarono la Magistri come responsabile, ipotizzando che la donna avesse aggredito violentemente la collega, precipitata dalle scale dopo aver battuto con violenza la testa contro il muro. Fondamentali per incastrare la postina furono sia le testimonianze, sia le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Le indagini portarono anche all'individuazione di un possibile movente dell'aggressione: tra le due colleghe c'erano state in passato diverse liti sulla temperatura del condizionatore in ufficio. La Coviello lo impostava a una temperatura più alta per via di problemi cervicali, ma la Magistri cambiava continuamente le impostazioni. Da qui le continue liti e infine l'aggressione, rivelatasi fatale per la 63enne.

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