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Uccide i figli a Rebibbia: “Perché i bambini possono stare in carcere”

Il caso di Alice Sebesta ha profondamente scosso l’opinione pubblica. Fanpage.it ha contattato Antigone, associazione che opera nelle carceri che ha spiegato perché a volte può essere il male minore far restare i bambini con le madri, come dice la legge, fino a tre anni di età “valutando caso per caso”. Antigone ha preso le distanze dal provvedimento di sospensione dei vertici del carcere di Rebibbia.
A cura di Alessia Rabbai
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sezione nido carcere Rebibbia a Roma
Foto Facebook Associazione A Roma, insieme – la sezione Nido del carcere romano di Rebibbia

Perché i bambini devono stare dietro alle sbarre per un reato commesso dalla madre? Esiste una legge 62/2011 che punta a "valorizzare il rapporto tra detenute madri e figli minori". Il caso di Alice Sebesta ha profondamente scosso l'opinione pubblica. Fanpage.it ha contattato Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale” che dagli anni '80 opera nelle carceri con diverse attività e si occupa di sensibilizzare le persone sul tema dei detenuti. Susanna Marietti coordinatrice nazionale, intervistata sull'argomento ha detto: "La normativa che prevede che i bambini possano stare con le madri in carcere è comprensibile. Il legislatore del 1975 ha pensato a quei casi in cui la separazione tra genitori e figli di quella fascia d'età può essere drammatica e a quei particolari momenti in cui è necessario che i minori stiano con le loro madri – e ha spiegato – Nessuno è contento di vedere i bambini in carcere ma non possiamo neanche pensare che un figlio debba sempre e comunque essere tolto alla madre in caso di condanna penale". Sull'età la legge parla chiaro: salvo casi eccezionali, la possibilità discrezionale è fino a tre anni di età. "La politica di riduzione del danno è la soluzione migliore: è necessario valutare caso per caso. In Italia 52 donne su 25o0 detenute hanno scelto di tenere i propri figli in carcere che in tutto sono 60". La legge andrebbe forse interpretata con maggiore coraggio e "non considerare ogni caso di gravissima necessità ma indirizzare le detenute verso strutture alternative al carcere o comunque, rendere il soggiorno dei piccoli il più aperto e colorato possibile portandoli fuori durante il giorno e facendoli stare a contatto con gli altri bambini".

Sospesi i vertici di Rebibbia: "Decisione ingiusta"

L'associazione Antigone ha preso posizione anche riguardo il provvedimento di sospensione preso dal Ministero nei confronti dei vertici dell'Istituto e lo ha definito "ingiusto, un capro espiatorio per un evento complesso che non si può ridurre all'errore di una singola persona".  Marietti ha spiegato: "Chi conosce il carcere di Rebibbia femminile sa che è uno delle carceri meglio gestite di tutta Italia: direttrice, vice direttrice e vice comandante non sono solo di grandissima professionalità ma anche di  grande umanità. Un istituto dove c'è vicinanza umana nei confronti delle detenute". Per quanto riguarda il gesto di Alice Sebesta "non parlerei di responsabilità ma di cause complesse: sfido qualunque psichiatria a poter prevedere un evento del genere".

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