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Tronca vuole privatizzare gli asili nido di Roma: scoppia la polemica

Secondo Il Messaggero, il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, starebbe pensando di cedere gli asili nido romani in concessione e le scuole materne allo Stato.
A cura di Enrico Tata
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Risorse economiche insufficienti e liste di attesa infinite. Ecco perché, stando a quanto riporta oggi Il Messaggero, il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, starebbe pensando di cedere gli asili nido romani in concessione e le scuole materne allo Stato. L'intenzione, sempre secondo il quotidiano di via del Tritone, sarebbe scritta nel documento unico di programmazione 2016-2018. Per accogliere le richieste dei bambini nelle liste d'attesa degli asili "sarebbero necessari ulteriori fondi, per un importo pari a 6 milioni e 500 mila 613 euro l'anno per la copertura delle spese di gestione". Dato che queste risorse si fatica a reperirle "si propone di avviare un progressivo passaggio alla gestione in concessione, che consentirebbe una minor spesa per ciascuna struttura stimata in 450 mila euro annui". Stesso discorso per le materne: per esaurire le liste d'attesa servirebbero altre "90 sezioni nuove a tempo pieno, riporta ancora il Messaggero, e ulteriori fondi per un importo pari a 12 milioni e 375 mila euro l'anno". Per questo l'idea è una "progressiva statalizzazione delle scuole dell'infanzia".

Asili nido ai privati, scoppia la polemica

Molte le reazioni alla proposta: da Sel al Pd, dalle opposizioni al Codacons e ai sindacati. "Questo piano di privatizzazione è un altro effetto pericoloso della gestione commissariale voluta dal premier Renzi dell'amministrazione capitolina, e deve essere fermato. Non è possibile risparmiare su un servizio delicato come l'offerta educativa e scolastica per i più piccoli che deve restare pubblico", dice Gianluca Peciola, esponente di Sel. Sulla stessa linea Stefano Fassina, "Chiediamo al Commissario di fermarsi e chiediamo al Governo di dare indicazioni politiche chiare al Commissario di Roma affinché cambi radicalmente rotta", e il Codacons.  "L'idea di mettere su mercato i nidi comunali è assurda. Sono strutture che servono a chi non ha possibilità di permettersi un nido privato. E le categorie sociali più deboli devono essere tutelate", dice Carlo Rienzi, presidente del Codacons.

"Se le indiscrezioni di stampa fossero confermate, si aprirebbe uno scenario inquietante: una gestione Commissariale, che dovrebbe governare Roma per altri 6 mesi, si assumerebbe la responsabilità di stravolgere le quarantennali politiche per l'infanzia della nostra città, rinunciando alla gestione diretta e abdicando al proprio ruolo attraverso una vera e propria privatizzazione di uno dei servizi più delicati e importanti per la città, con conseguenze devastanti per le famiglie e per le lavoratrici", è il parere di Cgil, Cisl e Uil. "Situazione che aprirebbe una drammatica e senza precedenti crisi occupazionale per le circa 6000 educatrici e insegnanti capitoline, senza più alcuna prospettiva per le migliaia di lavoratrici già oggi precarie", aggiungono i sindacati.

Il Pd: "Vogliamo un incontro con Tronca"

"A Roma esiste già un sistema integrato pubblico – privato di gestione dei servizi educativi che esprime livelli di servizio di grande qualità. Dalla lettura dei principali quotidiani oggi in edicola però emerge una confusione sul Dup che non aiuta i cittadini a capire, ma anzi li preoccupa: non si distinguono scuole materne da asili nido comunali, asili nido privati convenzionati e/o in concessione. La confusione non aiuta. Utile è invece, vista la complessità del settore e la delicatezza delle persone a cui il servizio si rivolge, un confronto immediato con il subcommissario delegato in materia". Così in una nota l'ex gruppo capitolino del Pd.

La risposta del Comune

La risposta dell'amministrazione comunale alle indiscrezioni pubblicate oggi dal Messaggero è affidata a una nota diffusa dal Campidoglio: "Qualsiasi percorso applicativo vedrà la necessaria condivisione di qualsiasi decisione strutturale, che verrà assunta – come sempre – previo dovuto confronto con le parti sindacali e con tutti gli attori interessati. Le ipotesi di determinazioni relative ai nidi e alle scuole dell'infanzia sono coerenti con il percorso tracciato dalla precedente amministrazione, nonchè con il piano di rientro che aveva già prescritto un programma di ristrutturazione della spesa nel settore dei nidi per un importo pari a 10 milioni di euro l'anno, da reinvestirsi per incrementare l'offerta dei posti, nonchè la qualità del servizio. Giova segnalare che il documento, relativo al triennio 2016-2018, delinea scenari ipotetici da valutare in sede di redazione del bilancio di previsione – a partire dall'attuale situazione articolata in 209 nidi a gestione diretta pubblica e solo 7 strutture in concessione – e trae origine, da un lato, dalla considerazione dei significativi minori costi imputabili alla gestione in concessione rispetto a quella diretta, dall'altro, dalla possibilità di ampliare i posti disponibili per l'utenza, riducendo le liste di attesa".

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