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“Trasporti, sicurezza e lavoro”, Alfio Marchini detta la sua ricetta per Roma

In un’intervista a “Il Tempo” Alfio Marchini, già candidato sindaco, detta la sua agenda per Roma a partire da trasporti, sicurezza e bilancio. L’esponente centrista boccia senza appello Ignazio Marino e la sua giunta, rilanciando la sfida per il governo della città.
A cura di Valerio Renzi
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"Lavoro, sicurezza e trasporti sono queste le emergenze della città". Dalle pagine del quotidiano romano il Tempo Alfio Marchini rilancia la sua sfida al sindaco Ignazio Marino e detta la sua agenda per la città. Marchini inizia attaccando i vincoli di bilancio e il Salva Roma, politiche che definisce "ragionieristiche". "Stiamo comprando tempo per ritardare il fallimento – dichiara l'esponente centrista – A questa follia dico no. Bisogna abbassare le tasse e fare ripartire gli investimenti anche sforando il patto di stabilità imposto dal governo". Su sicurezza e immigrazione se la prende con le politiche troppo lassiste, invocando "la certezza della pena e l'espulsione dal nostro territorio di coloro i quali non rispettano le regole condivise. Oggi con le tecnologie moderne si può sa pere bene chi delinque, come e dove. Basta buonismo. Chi chiede a Roma di essere accogliente deve prima garantire il rispetto e la sicurezza della nostra comunità". Per quanto riguarda il tema trasporti Marchini chiede l'aumento delle corsie preferenziali, più corse in periferia e "una cura del ferro" fatta non solo di nuove linee della metropolitana, ma anche di tram di superficie.

Alfio Marchini e le larghe intese all'ombra del Marco Aurelio

Era il 2 dicembre del 2012 quando Marchini, davanti alle telecamere di "In 1/2 ora" di Lucia Annunziata, annunciava la sua discesa in campo come sfidante di Gianni Alemanno. Il suo nome erano mesi che circolava, erede di una dinastia di costruttori vicini al Partito comunista (quelli di "calce e martello", come venivano chiamati i Marchini a Roma), Alfio si muove con disinvoltura in ambienti diversi: dalla politica alla curia, dai salotti della buona borghesia alle stanze degli imprenditori di ogni livello. Prima punta alle primarie del Partito democratico, poi sceglie la corsa in solitaria con una lista civica che porta il suo nome. Su Marchini le preferenze dei moderati ma non solo: grazie ad un indiscutibile fascino personale e ad una campagna elettorale azzeccata, riesce a raccogliere simpatie in ogni ambiente, raggiungendo nelle urne più del 9% dei consensi. Dal giorno dopo le elezioni, nonostante in diversi gli facciano l'occhiolino per portarlo verso qualche altra poltrona, magari al Parlamento europeo, Marchini non lascia il suo scranno in Campidoglio e comincia una campagna a testa bassa contro Marino.

La giunta di centrosinistra di Ignazio Marino non naviga in buone acque e questo non è un mistero. Come non sono un mistero le tensioni tra il Pd e il suo sindaco, che si aggiungono alla lotta tra correnti. In diversi nelle scorse settimane hanno paventato l'addio di Marino dopo il sondaggio, reso pubblico proprio dai democratici, che da in picchiata il consenso per il sindaco. Ipotesi subito bloccata dal Nazareno. Ma è proprio su questa ipotesi che lavora Marchini, pronto a dare la mano al Pd nel caso volesse procedere alle larghe intese anche nella Capitale. E quale uomo migliore di lui per compiere la missione, se non ora, alla prossima tornata elettorale?

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