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Torre Argentina, Luca Bergamo: “Sogno qui il Giulio Cesare di Shakespeare con Al Pacino”

Luca Bergamo, vicesindaco di Roma, ha annunciato che vorrebbe portare il ‘Giulio Cesare’ di Shakespeare a largo di Torre Argentina, magari con Al Pacino nel ruolo del senatore. La sindaca ha annunciato oggi l’inizio dei lavori di restauro, che dovrebbero terminare entro il 2021 e facilitare l’accesso per le visite.
A cura di Natascia Grbic
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Il "Giulio Cesare" di William Shakespeare a largo di Torre Argentina: è questa la proposta di Luca Bergamo, vicesindaco e assessore alla Cultura di Roma, in seguito alle dichiarazioni di Virginia Raggi che ha annunciato la convenzione con Bulgari per riqualificare l'area. "Ho un sogno che nutro da 15 anni: avere il Giulio Cesare di Shakespeare recitato nel luogo in cui l'evento storico si è verificato. Penso che questo sogno si potrà realizzare prima della fine del restauro", ha detto Bergamo. Aggiungendo che immagina il grande Al Pacino nel ruolo di Giulio Cesare. I lavori di restauro dovrebbero essere finiti entro il 2021: secondo quanto detto da Virginia Raggi durante la conferenza stampa, Largo Argentina sarà accessibile grazie a delle passerelle che consentiranno di attraversarla. Bulgari ha siglato una convenzione con Roma Capitale del valore di 500mila euro: la sindaca ha dichiarato che i lavori non turberanno la vita della comunità felina che da anni vive nel sito archeologico e che provvederanno a valorizzare l'area.

L'uccisione di Giulio Cesare a Torre Argentina

Giulio Cesare è stato uno dei consoli romani più famosi al mondo. È stato assassinato proprio a Torre Argentina nel 44 A.C. nella congiura guidata da Bruto, suo figliastro, mentre stava facendo una riunione con altri senatori. Per secoli non si è conosciuto il punto esatto dell'omicidio, ma una ricerca del 2012 condotta dal Centro de Ciencias Humanas y Sociales (Csic) ha permesso di scoprire il luogo preciso dove è morto Giulio Cesare. Il senatore è stato ucciso mentre era seduto su una sedia situata nella parte inferiore di quella che una volta era la Curia di Pompeo. Dopo la sua morte, il figlio adottivo Ottaviano Augusto ha fatto mettere in quel punto esatto una lastra di cemento larga tre metri e alta due, per far sì che suo padre non fosse mai dimenticato.

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