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Torpignattara: svastiche e insulti razzisti sulla mostra per l’integrazione

Una brutta sorpresa ieri a Torpignattara per le associazioni del quartiere che hanno trovato la mostra open air ‘Fotografia Identità e Memoria’, che racconta il quartiere multietnico per eccellenza della Capitale, imbrattata da svastiche e insulti razzisti.
A cura di Valerio Renzi
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Una brutta sorpresa ieri a Torpignattara per le associazioni del quartiere che hanno trovato la mostra open air ‘Fotografia Identità e Memoria', che racconta il quartiere multietnico per eccellenza della Capitale, imbrattata da svastiche e insulti razzisti. La mostra, composta 38 pannelli e 150 scatti frutto del workshop curato da Simona Ghizzoni (due volte vincitrice del World Press Photo), ha visto la partecipazione di 13 partecipanti di 8 nazionalità diverse.

"Un atto vile e incivile che offende non solo il grande lavoro fatto dai ragazzi che hanno partecipato al workshop di fotografia e che hanno reso possibile la mostra, ma anche tutte le associazioni che hanno lavorato aTorpignaLab e l’intero quartiere di Tor Pignattara", si legge in un comunicato sottoscritto da le associazioni Bianco e Nero, CdQ Tor Pignattara, daSud, Mena, Musica.

Un'iniziativa quella della mostra vandalizzata, che si inserisce nello sforzo che associazioni e istituzioni stanno portando avanti per migliorare le condizioni di vita nel quartiere, teatro lo scorso settembre di forti tensioni anche tra italiani e migranti. "Abbiamo iniziato questo percorso convinti che ci fosse bisogno di stimolare riflessioni sulle identità, la memoria e il futuro di Tor Pignattara, e che fosse necessario favorire la coesione sociale attraverso la cultura come strumento per l’affermazione dei diritti. Evidentemente – commentano le cinque associazioni – avevamo ragione. Le svastiche e le scritte razziste che hanno imbrattato i pannelli, alcuni dei quali addirittura divelti, sono un insulto all’identità multiculturale di Tor Pignattara, un gesto da non sottovalutare e che va condannato senza se e senza ma".
«Ci auguriamo – concludono – che quanto accaduto faccia seriamente riflettere sul clima che si respira in questo quartiere, dove anche un semplice messaggio di apertura a diversità e integrazione risulta scomodo».

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