Torpignattara, arrestato il padre del 17enne che uccise un giovane pakistano

Appena pochi minuti dopo l'omicidio una ragazza scriveva sulla pagina Facebook del Comitato della Certosa: "Il padre ha difeso il figlio urlando contro chi gli ha intimato di fermarsi dicendogli "scendi comunista de mmerda se hai il coraggio" prima che arrivassero polizia, carabinieri ed ambulanza…che orrore". Ora, invece, il padre del 17 enne che ha ucciso a calci e pugni il 28enne pachistano Khan Mohamed Shandaz lo scorso 18 settembre, è stato arrestato per concorso in omicidio e per aver minacciato i testimoni. L'uomo, quarantenne, era già noto alle forze dell'ordine. Ad eseguire l'arresto i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma per ordine del gip del Tribunale di Roma Guglielmi, su richiesta del sostituto procuratore Mario Palazzi. Per le prime ricostruzioni il "movente" dell'assassinio sarebbe stato uno sputo ricevuto dal giovane pachistano, mentre ubriaco molestava i passanti. L'autopsia ha poi dimostrato che Shahzad non era ubriaco e, secondo diversi testimoni, mentre passeggiava in via Lodovico Pavoni recitava a voce alta delle sure del corano o cantava.
Infastidito dal comportamento del giovane pachistano l'uomo si è prima affacciato alla finestra per insultarlo, poi avrebbe istigato il figlio, in compagnia di alcuni amici, ad aggredirlo. Sempre l'autopsia ha certificato come Shahzad, che lascia un bambino di pochi mesi, sia morto sotto una pioggia di calci e pugni, non per un singolo fatale e sfortunato pugno, come sostenuto dal ragazzo minorenne.
Per giovedì a Torpignattara, quartiere multietnico per eccellenza della Capitale, è prevista una nuova manifestazione dei residenti contro il degrado e per maggior sicurezza. Da queste parti il dialogo e la convivenza, tra la mancanza di servizi e la crisi che morde, sembra sempre più difficile.