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Torpignattara e Pigneto: dopo le proteste parla il presidente Gianmarco Palmieri

Un’intervista a tutto campo con il minisindaco del V Municipio Gianmarco Palmieri: più poteri per i municipi, il dialogo con i cittadini, la mancanza di spazi e servizi. Oggi l’assemblea con i comitati e la giunta municipale.
A cura di Valerio Renzi
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Sono quasi 15 anni che Gianmarco Palmieri fa politica nelle istituzioni locali. Dal 2001 è stato consigliere nell'aula del V Municipio (ex VI), ora è al suo secondo mandato come presidente. Sulla quarantina, è considerato un giovane di sinistra nel suo partito, il Partito democratico. Da sempre benvoluto nel mondo dell'associazionismo e della società civile, viene da una formazione ambientalista. Nelle ultime settimane il territorio che amministra è stato attraversato da tensioni continue. Dal Pigneto a Torpignattara fatti di cronaca che conquistano le prime pagine nazionali, manifestazioni contro il degrado, cittadini sul piede di guerra, problemi di convivenza, spaccio e movida. Gli abbiamo domandato che ne pensa e cosa stanno facendo le istituzioni per reagire.

Dopo il corteo dei cittadini lo scorso venerdì, oggi vi rincontrerete in assemblea per discutere di Torpignattara e dei suoi problemi. Cosa risponderete alle richieste di chi in queste settimane ha manifestato contro i disagi del quartiere?
Con comitati e cittadini ci siamo visti alla fine del corteo quando siamo scesi in strada dalla sede del municipio per incontrarli. In quell'occasione abbiamo messo sul piatto tutte le questioni: pulizia, illuminazione, spazi culturali, sicurezza. Abbiamo spiegato cosa sta facendo l'amministrazione, ci rincontreremo oggi per fare il punto assieme sui progressi e sui problemi, per procedere assieme in maniera trasparente.

Dalla fine di questa estate il Pigneto e Torpignattara sono diventati una polveriera. Le istituzioni potevano intervenire prima? Potevano mediare meglio e in anticipo conflitti e problemi?
Partiamo dal presupposto che il Pigneto e Torpignattara sono territori molto diversi, per composizione sociale e problemi. Al Pigneto negli anni i processi di trasformazione, che hanno portato a far diventare un piccolo quartiere uno dei centri della movida di tutta la città, potevano sicuramente essere governati meglio. Qui le istituzioni hanno le loro responsabilità per non aver agito tempestivamente. Per quanto riguarda Torpignattara credo che larga misura l'esplosione delle contraddizioni di un territorio così complicato non potesse essere governato efficacemente da nessuna amministrazione. Quello che posso dire è che questa amministrazione comunale si è messa all'ascolto più della precedente, individuando nel quadrante est di Roma un territorio che necessita di interventi urgenti e di una particolare attenzione istituzionale, ascoltando e incontrando i cittadini. Certo, le risposte non sono sempre tempestive o efficaci ma da qualche parte bisognerà anche cominciare.

Dalle sue parole emerge una sorta di impotenza. I municipi hanno troppi pochi poteri per intervenire?
Ci sono questioni, come i flussi migratori, che non sono certo le municipalità o il comune ad avere gli strumenti per governarle. Noi al massimo possiamo gestire al meglio l'integrazione e la convivenza. Però ci sono delle questioni su cui i municipi dovrebbero poter dire la loro, avere deleghe specifiche e poteri. Faccio almeno tre esempi: la pulizia delle strade, il servizio giardini e l'opera della polizia municipale. Avere le strade pulite e i secchioni con traboccano di immondizia cambia di molto il rapporto dei cittadini con il proprio quartiere, eppure i piani di pulizia sono decisi tutti a livello centrale. Stessa cosa per le priorità dei servizi giardini e la polizia municipale, che è spesso la prima interfaccia delle istituzioni con i cittadini. Le istituzioni municipali dovrebbero poter indicare priorità e criticità con efficacia.

Ha spesso insistito sulla necessità di avere spazi sociali e aggregativi adeguati sul territorio…
Questo tema è proprio al centro del dialogo coi cittadini. Stiamo lavorando per avere una biblioteca a Piazza della Maranella, nel cuore di Torpignattara. Alcuni giorni fa con l'assessore Paolo Masini e in sinergia con il comitato che da anni se ne occupa, abbiamo riaperto parzialmente il Cinema Impero chiuso da trent'anni per farne un presidio sociale e culturale. Speriamo di arrivare presto a riaprire anche la sala cinema. Stesso discorso per il padiglione di via Policastro che riaprirà nei prossimi giorni: la mattina sarà a disposizione delle scuole, il pomeriggio dei cittadini tutti, in particolare con un servizio di ludoteca. Avere spazi di aggregazione sociale sana, presidi culturali aperti, cambia profondamente l'idea e la percezione che i cittadini hanno del territorio dove vivono. Fa sentire la presenza delle istituzioni, aiuta a creare legami di solidarietà e comunità positivi e includenti, a non sentirsi soli dentro la crisi.

Cosa servirebbe al territorio che amministra? Cosa chiede alle altre istituzioni?
Servirebbe prima di tutto la modifica di alcuni aspetti legislativi. La deregulation del commercio ha creato problemi tangibili: negozi aperti tutta la notte, luoghi di ritrovo che diventano spesso motivo di intemperanze, non portando nessun giovamento. Lo stesso vale per le troppe licenze commerciali concesse e alle regole mai fatte rispettare sulla vendita di alcolici. Per non parlare dei danni prodotti dalla liberalizzazione del gioco d'azzardo: non solo si incentivano fenomeni socialmente devastanti come le ludopatie, ma è ormai evidente che si creano situazioni di aggregazione sociale nocive e si aiuta l'infiltrazione delle mafie in molti quartieri. Per il resto con l'amministrazione Marino dialoghiamo e collaboriamo, credo che se ne vedranno risultati e benefici per i cittadini.

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