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Tor Sapienza, Marino non si dimette: “Rimpasto? Non accetto aut aut”

Il sindaco di Roma Ignazio Marino parla in alcune interviste del caso Tor Sapienza “risultato di 12 anni di gestione sbagliata del progetto di accoglienza del Viminale”. A proposito delle voci di un voto a marzo per il Campidoglio Marino dice che “sono totalmente inesistenti”.
A cura di Susanna Picone
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Secondo il sindaco romano Ignazio Marino il caso Tor Sapienza “è il risultato di 12 anni di gestione sbagliata del progetto di accoglienza elaborato dal Viminale”. Si tratta di una situazione che, secondo il sindaco, non si è creata in un giorno, ma dal 2002 a ora: “All’epoca c’erano un premier e un ministro dell’Interno, oggi ce ne sono altri”, ha spiegato il sindaco in alcune interviste ai quotidiani Il Messaggero e La Stampa. Marino ha parlato del caso Tor Sapienza e ha affermato che le voci di un voto a marzo per il Campidoglio sono totalmente inesistenti: “Fanno parte di quel cicaleccio di cui si alimenta la politica che non è abituata a rimboccarsi le maniche”. A La Stampa Marino ha sottolineato che “non è esclusiva responsabilità dei sindaci il fatto che i luoghi d'accoglienza si siano concentrati lì. Si tratta di decisioni prese di concerto con il programma del servizio protezione rifugiati del ministero dell'Interno”.

“Un giro in Panda nel centro storico lo posso fare” – Marino ha spiegato che, in base ai dati del ministero dell’Interno, il Lazio, con 5 milioni di abitanti, la metà della Lombardia, è la regione che accoglie oltre un quinto di tutti i rifugiati del Paese: “Di questi, l'87,5 % insiste su Roma. Non è che ci sia tanto da discutere. Abbiamo mobilitato risorse che prima non esistevano. E noi non facciamo manifestazioni coi saluti fascisti”. Ignazio Marino ha inoltre spiegato di non accettare aut aut sulla richiesta di rimpasto della sua giunta da parte del Pd. Un commento anche sul caso della Panda: “Il precedente sindaco ha ancora l'auto a disposizione del ministero degli Interni e 4 uomini per la sua sicurezza, io non ho nessuno, ho rinunciato ad avere la macchina, non voglio scorte, né sotto casa né da nessuna parte. Credo che almeno il passaggio in Panda nel centro storico lo possa fare”, si è difeso il primo cittadino romano.

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