Tor Sapienza, guerriglia contro il centro per rifugiati. Aggredito immigrato alla fermata del bus
Che non era finita con il primo assalto al centro per rifugiati di viale Giorgio Morandi lo si era capito da ieri mattina quando, ad ogni portone era stato affisso un volantino che convocava una riunione per "prendere provvedimenti non avendo avuto la collaborazione delle forze dell'ordine". Sono circa le sei del pomeriggio quando duecento persone si riversano in strada dai lotti delle case popolari: donne, uomini, anziani, ragazzi. Chiedono sicurezza, le donne in prima fila portano uno striscione con su scritto: "basta con le violenza". Davanti a giornalisti e telecamere si riversano tutti i problemi del quartiere, come i furti e i tentativi di violenza (anche se il tentativo di stupro alla base della rivolta non trova per ora riscontri), naturalmente tutta colpa della presenza degli immigrati nel quartiere. Ma quando i cittadini avanzano le loro richieste, oltre ovviamente alla chiusura del centro per rifugiati "Il Sorriso", chiedono più pulizia delle strade, più autobus e un'illuminazione notturna funzionante. Segnale che quello che sta accadendo in questi giorni è figlio di un malessere profondo e dell'abbandono di questo quartiere alla periferia est di Roma. Si sentono defraudati da quei rifugiati assistiti dalle istituzioni: "neanche noi abbiamo niente qui, ma vengono sempre prima loro. Perché?".
Finita l'assemblea i cittadini di Tor Sapienza non smobilitano. Le forze dell'ordine diminuiscono e, verso le 22,15, scoppia la guerriglia: sassi, bombe carta, cassonetti dati alle fiamme. Davanti uomini e ragazzi, dietro il resto degli abitanti che li incita. "Ci faremo giustizia da soli" è solo una delle frasi catturate dalle telecamere presenti, una signora suggerisce un metodo per risolvere il problema: bastano "du taniche de benzina e ‘n fiammifero". Alla fine dopo almeno una mezza ora di lancio di oggetti e petardi la polizia decide di caricare per mettere fine alla protesta. Sul terreno rimangono i segni della battaglia: volanti con i vetri rotti (come si vede nella foto postata su twitter da @favalem), cassonetti inceneriti e l'inquietante ritrovamento di un coltello da cucina lasciato per terra. Sarebbero almeno una decina gli agenti che sono ricorsi alle cure mediche.
L'escalation di violenza: un immigrato minorenne finisce in ospedale
Non ci sono solo i raid notturni. Sono diversi gli attacchi e le minacce contro i rifugiati (per la maggior parte minori) che sono ospitati nel centro "il Sorriso" di via Morandi: l'ultimo in ordine di tempo è avvenuto ieri mattina, quando un ragazzo minorenne è stato colpito alla testa con un pugno dopo essere stato avvicinato da diversi sconosciuti. Dopo il colpo è stato portato dal centro di accoglienza all'ospedale per essere medicato. A raccontarlo un giovane volontario che frequenta il centro ma che preferisce rimanere anonimo: "sono giorni che gli ospiti, quasi tutti minorenni, vengono minacciati e ieri mattina si è passati dalle parole ai fatti. Ora che succede? La polizia li scorterà ovunque?".
Quello che è certo è che i sessanta ospiti del centro di via Morandi ormai hanno paura di girare per strada o di recarsi alla fermata dell'autobus anche di giorno. Sono il bersaglio più semplice con cui prendersela, chi di loro ha avuto la possibilità ha passato la notte fuori dal centro per paura dell'assalto che, puntualmente, è arrivato. Quale sarà il futuro del centro è difficile da dire, quel che è certo è che lo spostamento in un altro luogo sarebbe una sconfitta per le istituzioni e per la città.