Tor Bella Monaca, parla il poliziotto accoltellato: “Cittadini ci colpivano con calci e pugni”
Yuri Sannino, il poliziotto accoltellato a Tor Bella Monaca da Pietro Maruca lo scorso 28 giugno, ha raccontato cosa è accaduto quel giorno durante la conferenza stampa. E sono emersi dettagli che prima non erano stati diffusi. Secondo quanto raccontato dall'agente, dopo essere stato ferito con un fendente è stato circondato da almeno trenta cittadini che tentavano di strappargli la pistola di mano e che hanno provato a bloccare la corsa della volante verso l'ospedale. "L'uomo che scappava ha tentato di investirmi e subito dopo 30 persone hanno accerchiato l'auto di servizio. Volevano venire contro di noi, poi senza preavviso l'uomo si è girato e mi ha dato un colpo sul petto. Lì mi sono accorto che non era un pugno, ma una coltellata. Poi ha provato a darmi un secondo colpo, ma l'ho schivato. Ho tirato fuori l'arma per fargli gettare il coltello, ma le persone intanto erano salite sul tettino della volante e altri tentavano di togliermi la pistola, altre ancora tentavano la colluttazione con gli altri colleghi. Era il caos". A trascinare via Sannino dal gruppo di persone e a metterlo in macchina è stato il collega Andrea Amadio del commissariato Prenestino.
Poliziotto accoltellato a Tor Bella Monaca: "Non volevano farmi andare in ospedale"
Yuri Sannino, dopo essere stato accoltellato, ha tirato fuori la pistola, ma non ha sparato. "Non c'erano le condizioni ideali per fare fuoco, perché c'erano agenti in traiettoria e più di 30 persone contro di noi. Poi, mentre i colleghi disarmavano e ammanettavano il mio aggressore, fortunatamente, il mio angelo custode, il collega che era con me si è preso una grandissima responsabilità. Mi ha preso, mi ha alzato di peso, mi ha caricato in macchina, nonostante quello che stava accadendo. E qui la cosa peggiore rispetto alla coltellata, che se vogliamo fa parte del mio lavoro, è il fatto che le persone avevano accerchiato la macchina che mi stava portando in ospedale. Cioè, le persone non volevano che mi venissero prestate delle cure. Ma il mio collega se n'è fregato e mi ha portato via". I due poliziotti sarebbero stati colpito con calci e pugni non solo dall'aggressore Pietro Maruca, ma anche dai cittadini. "Tanto io sono uno matto, il giudice non mi farà niente – diceva Maruca, in mezzo alla strada – Prima o poi uno di voi lo ammazzo".
La lettera di Yuri dopo l'accoltellamento a Tor Bella Monaca
"Finalmente sono nelle condizioni di poter scrivere qualcosa anch'io", esordisce Yuri Sannino, il poliziotto ferito a Tor Bella Monaca, in una lettera diffusa a mezzo stampa. "Ringrazio la mia amministrazione, la polizia di stato tutta, non avete abbandonato né me né la mia famiglia. In effetti siamo una famiglia, forse la più bella famiglia che esista, e io sono onorato di farne parte e di poter indossare ogni giorno quella stupenda divisa che rappresenta migliaia di valori in due semplici colori". Dopo una serie di ringraziamenti ai colleghi, alla famiglia, alla moglie, ai medici e tutto il personale sanitario che ha contribuito a salvargli la vita, Sannino si è rivolto al collega che quel giorno l'ha messo in macchina e portato all'ospedale. "Ringrazio Andrea, il mio angelo, il mio fratello di giubba che senza perdere tempo e senza pensarci un secondo, mi ha preso dalla mia volante, mi ha messo nella sua e come se avesse un F17 mi ha portato al Policlinico Casilino dopo neanche 5 minuti. Sei il vero eroe di questa storia, il mio eroe".