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Tivoli, auto incendiate e volti sfregiati: così agiva Cosa Nostra della Tiburtina

Bruciavano auto e sfregiavano volti per riacquisire potere e controllo sul territorio est della provincia di Roma. Così agivano i membri di Cosa Nostra della Tiburtina, un gruppo criminale dedito allo spaccio di droga che stava cercando di riorganizzarsi, per tornare a mettere le mani su una parte del mercato illecito della Capitale. Nove persone sono finite in manette dopo il blitz dei carabinieri di Tivoli e del gruppo Frascati.
A cura di Alessia Rabbai
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Tivoli, gli affari di Cosa Nostra Tiburtina
Tivoli, gli affari di Cosa Nostra Tiburtina

Bruciavano auto e sfregiavano volti per riacquisire potere e controllo sul territorio est della provincia di Roma. Così agivano i membri di Cosa Nostra della Tiburtina, un gruppo criminale dedito allo spaccio di droga che lo scorso anno aveva subito numerosi arresti e che stava cercando di riorganizzarsi, per tornare a mettere le mani su una parte del mercato illecito della Capitale. Nove persone sono finite in manette dopo il blitz dei carabinieri di Tivoli e del gruppo Frascati che questa mattina hanno fatto irruzione delle loro abitazioni con un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Sono stati arrestati il reato di associazione per delinquere finalizzata spaccio di sostanze stupefacenti, pluriaggravata e armata. L'operazione chiamata ‘Tibur Superbum' ha impegnato circa 80 militari, che hanno perquisito le abitazioni e sorvegliato l'area, un elicottero del Nucleo Elicotteri Carabinieri e unità cinofile. Gli arrestati sono stati portati nel carcere regina Coeli e si trovano a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Cosa Nostra della Tiburtina

L'operazione è il seguito di una precedente attività investigativa che aveva da tempo individuato l'esistenza del gruppo criminale particolarmente radicato e pericoloso dedito allo spaccio e alle estorsioni, che ha portato all'arresto di 41 persone. A capo di Cosa Nostra della Tiburtina c'era Giacomo Cascalisci, arrestato l'8 marzo scorso e morto nel carcere di Torino ‘Le Molinette' ad agosto. Nonostante la mancanza temporanea di un capo e della detenzione di pregiudicati come Cristian D’Andrea e Massimo Piccioni, che rivestivano ruoli importanti all'interno dell'organizzazione, il gruppo ha tentato recentemente di riorganizzarsi. Coloro che sono sfuggiti agli arresti hanno infatti reclutato giovani spacciatori, tutti italiani, organizzati e disciplinati, ai quali venivano affidati specifici incarichi che avevano tra gli obiettivi anche al controllo del territorio dell’intera valle dell’Aniene, facendo entrare la droga dalle piazze di spiaccio di Tivoli e Guidonia. Le operazioni hanno permesso il sequestro di armi e di droga.

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