157 CONDIVISIONI

Timbrava il cartellino e usciva: la Cassazione conferma il licenziamento del medico

La Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento di un medico della Asl Roma C che, stando a quanto accertato dalle indagini, faceva “risultare la sua presenza mediante timbratura, in entrata e in uscita, del cartellino marcatempo”.
A cura di Enrico Tata
157 CONDIVISIONI
Immagine

Timbrava il cartellino e poi usciva dal lavoro. La Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento di un medico della Asl Roma C che, stando a quanto accertato dalle indagini, faceva "risultare la sua presenza mediante timbratura, in entrata e in uscita, del cartellino marcatempo". Il dottore si è giustificato davanti ai giudici dicendo che in quel periodo era così stressato da non riuscire quasi a intendere e volere e in più spesso doveva correre a casa per assistere i genitori malati. Spiegazioni che la Corte ha respinto perché comunque il medico non aveva richiesto all'azienda sanitaria le autorizzazioni necessarie per assentarsi dal lavoro e "si era allontanato dal luogo di lavoro – si legge nella sentenza – dopo avere falsamente attestato la sua presenza attraverso la timbratura del cartellino marcatempo in entrata e in uscita, comportamento questo integrante la previsione dell'art.55 ter del dlgs n.165 del 2001 trattandosi di falsa attestazione della presenza in servizio con modalità fraudolenta".

La Cassazione ha respinto il ricorso del medico contro il suo licenziamento stabilito prima dal verdetto dei giudici in primo grado e poi dalla Corte d'Appello nel 2013. Con la sentenza 17637 la Corte spiega anche che l'intenzionalità del comportamento scorretto del medico non ha alcuna importanza rispetto al provvedimento di licenziamento. Infatti, spiegano i giudici, esso scatta a prescindere dall'intenzionalità delle azioni del dottore.

157 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views