Test sierologici venduti a prezzi esorbitanti nei laboratori privati di Roma: indagini in corso
Molti laboratori privati di Roma stanno promuovendo la possibilità di eseguire test sierologici per la verifica degli anticorpi presenti in caso di infezione da coronavirus. A volte questo avviene a prezzi altissimi per i clienti, addirittura, come dimostrato in un video realizzato da Fanpage.it, 100 euro a test. Il test viene effettuato tramite prelievo del sangue e serve a capire se un paziente abbia conosciuto il coronavirus oppure no e se abbia sviluppato anticorpi specifici. Questi test, però, non conferiscono alcuna ‘patente di immunità', non hanno un'affidabilità del 100 per cento, non sono riconosciuti dal Sistema Sanitario Nazionale se effettuati dai privati e non hanno alcuna capacità diagnostica. In altre parole non dicono se un paziente è ancora affetto da coronavirus oppure è guarito. Sul prezzo di questi test sta indagando l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha inviato una serie di richieste di informazioni alle strutture che hanno pubblicizzato l'offerta. "L'iniziativa dell'Autorità fa seguito a una comunicazione ricevuta dalla Regione Lazio in cui l'Amministrazione affermava di aver ricevuto segnalazioni circa l'offerta ‘a prezzi esorbitanti', da parte di strutture private, di tali test sierologici. Alle strutture sanitarie interessate, l'Autorità ha richiesto, in particolare, di indicare la tipologia di test eseguiti; le modalità con cui i clienti vengono informati delle caratteristiche e dei limiti dei suddetti test; le modalità di esecuzione delle prestazioni (presso le sedi e/o a domicilio); i prezzi a cui i test sono offerti".
I costi reali di un test sierologico
Il 9 aprile la Regione Lazio ha fornito una stima che i clienti dovrebbero pagare per questo tipo di test, auspicando che le strutture private li applichino:
- test rapido da sangue capillare 20 euro (a fronte di costi sostenuti dalla struttura erogante di 15 euro);
- test sierologico con prelievo venoso 45 euro (a fronte di costi sostenuti dalla struttura erogante di 30 euro).
La Regione Lazio avvierà nei prossimi giorni i test sierologici su un campione di 300mila persone, soprattutto personale sanitario. Per quanto riguarda i test eseguiti dai privati, questa è la posizione espressa dall'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato: "I test sierologici non sono e non possono essere un business da parte di privati, ma assumono valore solo se inseriti in analisi di sieroprevalenza o in indagini di sorveglianza di popolazione selezionati nell'ambito di specifici programmi quali sono quelli che si intendono attivare nel Lazio su tutto il personale sanitario e sulle forze dell'ordine, che vanno ripetuti in un arco temporale definito e lì dove necessario con verifica del test molecolare. I singoli test commerciali effettuati fuori da protocolli nazionali e regionali non assumono alcun significato per il Servizio sanitario regionale e non sono validati dall'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani che ha condotto la sperimentazione. Trovo immorale chiedere soldi ai cittadini, già costretti a tanti sacrifici, a volte anche centinaia di euro, senza alcuna validazione scientifica al di fuori di un contesto di analisi di sieroprevalenza addirittura pubblicizzando sui social test COVID come patentino di immunità. Non consentiremo a nessuno di fare affari su queste questioni".