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Teatro dell’Opera di Roma, Muti rinuncia a Aida e Nozze di Figaro: “Non ci sono le condizioni”

Il direttore d’Orchestra ha motivato la sua decisione in una lettera: “Non ci sono le condizioni per poter garantire quella serenità per me necessaria al buon esito delle rappresentazioni”.
A cura di Davide Falcioni
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"Non ci sono le condizioni per poter garantire quella serenità per me necessaria al buon esito delle rappresentazioni". A scriverlo, in una lettera inviata al Teatro Costanzi, è il maestro Riccardo Muti, che avrebbe dovuto dirigere le opere Nozze di Figaro e Aida nel suggestivo Teatro dell'Opera di Roma: i due eventi, già in programma, avrebbero dovuto inaugurare e chiudere la nuova stagione.
Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, ha riferito che nella lettera Muti motiva la sua scelta con il "perdurare delle problematiche emerse durante gli ultimi tempi". Inoltre scrive che "in questo momento intendo dedicarmi, in Italia, soprattutto ai giovani musicisti dell'Orchestra Cherubini da me fondata". La decisione – sottolinea il grande direttore d'orchestra – è stata presa con "grandissimo dispiacere, dopo lunghi e tormentati pensieri". Muti inoltre ricorda al sovrintendente i "tanti reciproci sfoghi sull'argomento, la tristezza e la delusione di fronte a molti episodi vissuti". Concludendo che "è stato comunque costruttivo cercare insieme di lavorare per il meglio!!".

Dal canto loro Fuortes e il sindaco di Roma Ignazio Marino hanno inviato il loro ringraziamento a Muti "per lo straordinario e insostituibile contributo artistico" dato negli ultimi sei anni. "Una scelta – scrivono i due – senza dubbio influenzata dall'instabilità in cui versa l'Opera a causa delle continue proteste, della conflittualità interna e degli scioperi durati mesi e che hanno portato alla cancellazione di diverse rappresentazioni, con gravi disagi per il pubblico internazionale e nazionale che aveva acquistato i biglietti. Da parte nostra prosegue l'impegno per il risanamento economico e gestionale di una delle massime istituzioni culturali del Paese che abbiamo trovato in uno stato di disastro economico, con un disavanzo di circa 12 milioni di euro prodotto da una dissennata gestione amministrativa. Una situazione che abbiamo corretto in un solo anno, riportando in attivo i bilanci dell'Ente. Un intervento che ci consente ora di lavorare per il rilancio e il rinnovamento del Teatro".

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