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Tappezzeria di Ostia produce mascherine non a norma: denunciato il titolare

I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ostia hanno sequestrato 1500 mascherine non a norma prodotte in una tappezzeria di Ostia. Il titolare è stato denunciato per i reati di frode in commercio e inottemperanza al provvedimento emanato dal Governo, con diffida a cessare l’attività.
A cura di Alessia Rabbai
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Le mascherine non a norma sequestrate dalla Guardia di Finanza
Le mascherine non a norma sequestrate dalla Guardia di Finanza
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Produceva mascherine non a norma, approfittando della richiesta per l'emergenza coronavirus. Un blitz del Comando provinciale di Roma della Guardia di Finanza ad Ostia ha permesso ai militari di sequestrare mascherine prodotte illegalmente all'interno di una tappezzeria. A finire nei guai il titolare denunciato per i reati di frode in commercio e inottemperanza al provvedimento emanato dal Governo, con diffida a cessare l’attività. Il piccolo imprenditore è stato segnalato anche all’Ispettorato del Lavoro per l’omesso invio al sistema informativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali delle previste comunicazioni telematiche relative al rapporto di lavoro con l’operaio. Il titolare, infatti, aveva riconvertito la produzione, dedicandosi all'attuale richiesta del mercato. Ma le mascherine non erano a norma. Inoltre ha continuato la sua attività, nonostante le indicazioni espresse nel decreto del Governo che a marzo hanno imposto lo stop a tutte le attività produttive non necessarie.

Tappezzeria di Ostia produceva mascherine non a norma

Secondo le informazioni apprese, i controlli dei finanzieri sono scattati dopo aver appreso che all'interno della tappezzeria, apparentemente chiusa, in realtà il laboratorio era attivo e che stava continuando a produrre senza essere in possesso dell'autorizzazione dall’Istituto Superiore di Sanita e dall’Inail. I militari hanno ritenuto necessario svolgere gli accertamenti a seguito di un cartello notato all'estreno di un supermercto del litorale, che pubblicizzava la vendita di mascherine. Sopra c'era scritto l'indirizzo, che rimandava appunto alla tappezzeria. Una volta entrati all'interno dei locali, i finanzieri hanno trovato un operaio al lavoro, senza contratto. Nella tappezzeria c'erano circa 1.500 mascherine, pronte per essere vendute. Tra gli altri strumenti trovati una cucitrice e dei tessuti. Tutto il materiale, giudicato non a norma perché privo dei requisiti richiesti e non adatto alla vendita al cliente, è stato sequestrato.

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