Talluto, una delle vittime contagiate con l’Hiv: “Perché l’ha fatto e perché non chiede scusa?”
"Io escludevo che questo potesse accadere a me e per di più con un ragazzo di cui mi fidavo. Vorrei chiedergli prima di tutto perché lo ha fatto, quale sarebbe la sua giustificazione che potrebbe porre in essere un gesto simile, che per me non esiste". Sono queste le parole di una delle ragazze contagiate con il virus dell'HIV da Valentino Talluto, ribattezzato "l'untore di Roma": avrebbe consumato centinaia di rapporti non protetti, nonostante fosse pienamente consapevole della sua sieropositività, esponendo così le proprie partner al contagio. La donna ha parlato davanti alle telecamere di Fanpage.it, chiedendo di mantenere l'anonimato, ma raccontando la sua storia che si intreccia a quella di altre decide di donne, trenta per la precisione, vittime di quest'uomo, che ora rischia l'ergastolo.
"Un giorno per gioco mi sono iscritta a un social network – dice la ragazza ricordando l'inizio della sua relazione con Talluto -, e dopo poco mi è arrivato un suo messaggio, con sopra scritto "Ciao", al quale io ho risposto e sono così cominciati contatti più assidui. Abbiamo iniziato questa frequentazione, eravamo un vera e propria coppia, facevamo cose che fa una coppia normale. Un giorno eravamo al mare e io curiosa gli ho chiesto come fosse morta la madre. E lui mi ha detto che aveva avuto problemi con le droghe e che aveva contratto il virus dell'HIV, morendo di Aids. A quel punto gli ho chiesto gentilmente di fare un test e il risultato lo sapete".
La donna è rimasta con Talluto per tre anni. Dopo aver scoperto di essere stata contagiata, la sua vita è cambiata. "E' un pensiero che si innesca nella mia testa sin dal mattino – ha sottolineato -, io non lo dimentico mai. Anche se oggi continuo la terapia e per fortuna ho una buona compensazione tra sistema immunitario e virus, la paura di poter danneggiare gli altri c'è sempre. Non ho mai pensato di non essere pericolosa". In questo dramma, il fatto di non essere da sola, ma in compagnia di altre donne a cui è toccato lo stesso destino, le ha dato forza.
Insieme, tutte chiedono che venga fatta più prevenzione per evitare che altri si trovino nella loro situazione. "Dell'HIV non ne se parlava da tempo, più o meno dagli anni Ottanta, mentre è un pericolo tutt'ora esistente. A tal proposito m sento di invitare i giovani a usare precauzioni, perché il virus può essere contratto sia casualmente che come nel nostro caso, con la consapevolezza di trasmetterlo. Io escludevo che questo potesse accadere a me e per di più con un ragazzo di cui mi fidavo. Vorrei chiedergli prima di tutto perché lo ha fatto. Poi, per quale motivo ha deciso il destino di decine di ragazze e anche di un bambino. Gli vorrei anche chiedere perché non ha mai chiesto scusa".