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Summer Town: centri estivi nei parchi e nelle scuole del III Municipio

“Vogliamo che i nostri centri estivi siano non solo in regola dal punto di vista delle misure sanitarie, ma che possano rappresentare anche una sperimentazione per la didattica outdoor e l’educazione diffusa”, spiega l’assessora alla Scuola Claudia Pratelli. Da domani sarà pubblico il bando rivolto ad associazioni ed enti del terzo settore a cui il municipio metterà a disposizione gratuitamente scuole e parchi del territorio.
A cura di Valerio Renzi
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Si chiama Summer Town il progetto del III Municipio di Roma per garantire ai bambine e alle bambine del territorio di passare un'estate all'aria aperta, imparando e stando insieme, nonostante le difficoltà poste dalle misure per limitare il contagio da coronavirus. "I centri estivi servono oggi più che mai – spiega Claudia Pratelli, assessora alla Scuola – Non solo come sostegno alle famiglie in difficoltà che con le scuole chiuse hanno davvero difficoltà nelle gestione dei figli, ma soprattutto per le bambine e i bambini che hanno visto con il lockdown interrotto il loro progetto educativo e l'apprendimento relazionale". Un progetto presentato la scorsa domenica a oltre duecento famiglie del territorio che si sono collegate su Zoom ad ascoltare le novità presentate in diretta dall'amministrazione municipale.

Le linee guida del Governo per i centri estivi comportano una serie di adempimenti dispendiosi per gli enti che li organizzano. Ad esempio i bagni devono essere puliti dopo ogni singolo utilizzo e sanificati quotidianamente con ipoclorito di sodio all'1%, e solo questo vuol dire assumere più personale e una spesa non indifferente. Per questo il III Municipio ha scelto di essere protagonista mettendo a disposizione gratuitamente spazi pubblici come parchi e scuole, agli enti del terzo settore e dell'associazionismo interessati. Da domani tutti quelli che hanno un progetto potranno presentare la loro proposta rispondendo all'avviso pubblico che sarà pubblicato sul sito del Municipio, nella speranza che dal 15 giugno i centri estivi possano aprire i battenti, nonostante i tanti adempimenti burocratici necessari.

"Vogliamo che i nostri centri estivi siano non solo in regola dal punto di vista delle misure sanitarie, ma che possano rappresentare anche una sperimentazione per la didattica outdoor e l'educazione diffusa, per questo abbiamo messo i parchi al centro della nostra proposta – aggiunge Pratelli – Per questo abbiamo proporremo ai soggetti del terzo settore e dell'associazionismo che saranno coinvolti un ‘Patto per le bambine e i bambini' che metta al centro la qualità dell'esperienza formativa e ludica". Per l'assessora della giunta Caudo come in altri campi, anche per l'educazione, la reazione al coronavirus può rappresentare un'occasione per fare delle sperimentazioni in avanti, a cominciare in questo caso dal rapporto tra comunità educante e istituzioni scolastiche, e su spostare molte delle attività didattiche all'aria aperta come accade in molti paesi europei. In queste ora si sta lavorando anche a un accordo con la Tenuta della Cesarina e con Roma Natura per passeggiate all'aperto e attività laboratoriali negli spazi del verde cittadino.

Il coinvolgimento dell'amministrazione locale non serve solo a semplificare e coordinare l'apertura dei centri estivi, ma anche a rendere accessibile a tutti un servizio fondamentale per il benessere delle bambine e dei bambini. "I costi sono alti per rispettare tutti gli obblighi contenuti nelle linee guida ma vogliamo che i centri estivi possano essere accessibili per tutti, per questo il bando mette un tetto alla spesa che ogni famiglia può sostenere per ogni bambino per l'accesso. Questo però non può voler dire risparmiare sull'offerta per i bambini e il costo del lavoro, per questo l'idea è quella di abbattere i costi utilizzando i fondi in arrivo dal governo". "Abbiamo già fatto una richiesta consistente di fondi aggiuntivi al comune. La speranza è che i fondi arrivino presto sui territori senza ritardi", conclude Pratelli.

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