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Suicidio nel carcere di Velletri: detenuto muore impiccato in cella, il secondo morto in 24 ore

Due morti in 24 ore nel carcere di Velletri, ai Castelli Romani. Un giovane detenuto italiano, in isolamento, si è tolto la vita impiccandosi con una corda improvvisata, legata alle sbarre della finestra della propria cella. La vittima è il secondo caso di morte nel carcere di Velletri in poche ore: la notte tra sabato e domenica scorsi un detenuto 50enne Italiano, è morto a causa di un malore.
A cura di Alessia Rabbai
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Due morti in 24 ore nel carcere di Velletri, ai Castelli Romani. Un giovane detenuto italiano, in isolamento, si è tolto la vita impiccandosi. Una corda improvvisata, legata alle sbarre della finestra della propria cella. Il tragico episodio è accaduto nella serata di ieri, domenica 4 novembre. L'uomo è stato immediatamente soccorso dai sanitari del Penitenziario che hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo per salvarlo ma non c'è stato purtroppo nulla da fare se non constatarne il decesso, avvenuto praticamente sul colpo. A darne notizia è il sindacalista dell'Ugl Polizia Penitenziaria Carmine Olanda che alcuni giorni fa aveva denunciato disordini creati da un detenuto tunisino che ha prima distrutto la propria cella per poi procurarsi numerosi tagli su tutto il corpo con una lametta da barba. La vittima di ieri sera è il secondo caso di morte nel carcere di Velletri in poche ore: la notte tra sabato e domenica scorsi un detenuto 50enne Italiano, è morto a causa di un malore. "Il giovane che ha deciso di togliersi la vita impiccandosi – commenta Olanda – era ristretto nel reparto isolamento da pochi giorni perché in attesa di posto in altra sanzione detentiva. Dal primo momento del suo ingresso nel penitenziario ha sempre mostrato avere un comportamento arrogante e poco collaborativo. Non si conoscono le ragioni del brutto gesto messo in atto che gli ha costato la vita".  Casi di aggressione e di autolesionismo, che, come spiega Olanda, "sono aumentati in tutti i Penitenziari". Oltre agli episodi di violenza, risulta essere rilevante la carenza di personale legata a ogni figura professionale. "La Polizia Penitenziaria sta arrivando al capolinea. E’ giunta l’ora che le Istituzioni ci dicano cosa devono essere le carceri oggi, se un Istituto di pena o l’anarchia. Se la Polizia Penitenziaria deve indossare una divisa oppure un camice bianco".

"Siamo stanchi – prosegue il sindacalista – il Poliziotto deve essere tale, non può essere visto dai detenuti come un semplice operatore. Continueremo a denunciare tutte le ingiustizie e soprattutto vigileremo sulla prossima apertura del nuovo Repartino Psichiatrico presso il carcere, che dovrebbe ospitare alcuni detenuti con varie patologie di natura Psichiatrica".  "Vigileremo, al fine di evitare che questa tipologia di detenuti vengano lasciati alla sola gestione della Polizia Penitenziaria – che presumibilmente pensiamo che avvenga ogni giorno dopo le ore 14 -, quando il medico psichiatra e l’ infermiere addetti al Reparto, mettono fine al proprio turno di servizio e di conseguenza lasciano i detenuti alle cure del medico di guardia di turno.  Occorrono provvedimenti immediati, prima che le carceri, diventati oramai delle vere polveriere, esplodano improvvisamente".

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