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Subito un busto per Andrés Aguyar, il garibaldino nero che lottò per difendere la Repubblica Romana

Diverse associazioni, tra cui Black Lives Matter Roma, Associazione Garibaldini per l’Italia, Women’s March Rome hanno inviato una lettera alla sindaca Raggi per chiedere di realizzare un busto di “Andrea il moro” e collocarlo tra quelli dei patrioti già presenti sul colle del Gianicolo.
A cura di Enrico Tata
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Andrès Aguyar
Andrès Aguyar

Andrés Aguyar, discendente da una famiglia di schiavi deportata dall'Africa in Uruguay, ha combattuto con Giuseppe Garibaldi per la difesa della Repubblica Romana. Ma lui, a differenza di altri eroi, non ha nessuna statua che ricordi il suo sacrificio. Sul Gianicolo ci sono circa cinquanta sculture che tengono viva la memoria di quei combattenti, ma non la sua. E così diverse associazioni, tra cui Black Lives Matter Roma, Associazione Garibaldini per l'Italia, Women's March Rome hanno inviato una lettera alla sindaca Raggi per chiedere di realizzare un busto di "Andrea il moro" e collocarlo tra quelli già presenti sul colle del Gianicolo. "Black Lives Matter iconoclasta? A Roma le statue vogliamo erigerle", dicono rispondendo alla polemica di queste settimane.

Andrea il Moro, il tenente di Garibaldi

Andrea Aguyar rimase schiavo fino a quando in Uruguay non venne abolita la Schiavitù. In quegli anni Garibaldi combatté in Uruguay a sostegno della fazione dei ‘colorados' e contro i conservatori ‘blancos'. In quell'occasione conobbe Andrea, che lo seguì in Italia. Era al suo fianco quando le truppe ‘rosse' di Garibaldi raggiunsero la Repubblica Romana, proclamata il 9 febbraio 1849 in seguito alla fuga di Pio IX dalla Capitale. Quell'esperienza durò cinque mesi appena, sconfitta dai colpi di cannone dai soldati di Luigi Napoleone Bonaparte, che riportò il Pontefice a Roma. Il 30 giugno 1849 Aguyar fu colpito e ucciso da una bomba francese nel vicolo del Canestraro nei pressi di Santa Maria in Trastevere. Si dice che riuscì comunque a gridare: "Viva le repubbliche d'America e di Roma!". Fu trasportato nella chiesa di Santa Maria della Scala, adibita temporaneamente ad ospedale, ma per lui non ci fu nulla da fare. Garibaldi lo descrisse come "calmo, buono, coraggioso, freddo nel pericolo, la simpatia di tutti è stata immediatamente catturata".  Un garibaldino raccontò: "Solo una volta ho visto gli occhi di Garibaldi bagnati: lo era di fronte al cadavere di Andrés Aguiar, venuto con lui dall'America e caduto nell'epica difesa di Roma". Aguyar fu ritratto da diversi pittori e vignettisti, una sua fotografia si trova presso la Civica Raccolta delle Stampe a Milano e un'altra presso l'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano a Roma. Un pittore olandese lo descrisse così: "Aguyar, un Ercole di colore ebano, in groppa ad un cavallo nero come il volto del padrone luccicante nel sole, faceva pensare ad un'ombra giacché stava sempre accanto al generale, il cui viso e i capelli chiari e lo stallone bianco contrastavano con le tinta scure dalla sua ordinanza".

La ‘scalea' di Monteverde che porta il suo nome

Fu sepolto nel Mausoleo garibaldino del Gianicolo. Tra i busti del Gianicolo in ricordo dei patrioti della Repubblica Romana il suo non c'è, anche se c'è una scalinata (una ‘scalea'), a Monteverde, che era intitolata ad "Andrea il moro". Recentemente il comune di Roma ha modificato il nome della scalinata in Scalea Andrea il Moro: Andrés Aguiar – Luogotenente della Repubblica Romana (1810-1849).

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