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Stefano Cucchi, il Comune gli dedicherà una strada e un centro antidroga

Una mozione in consiglio comunale decide di dedicare una via o una piazza a “Stefano Cucchi, ragazzo”. La proposta della famiglia al comune: “vi doniamo un casale, fatene ‘Casa Stefano’, un centro di recupero per tossico dipendenti”. Per oggi è attesa la sentenza della Corte d’Appello che stabilirà le responsabilità per la morte del giovane il 15 ottobre del 2009.
A cura di Valerio Renzi
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Ieri in Consiglio comunale è stata approvata la mozione presentata dal capogruppo di Sel Gianluca Peciola lo scorso 23 settembre, e sottoscritta da esponenti della maggioranza e del M5S, per intitolare una via o una piazza a Stefano Cucchi. Il dispositivo della mozione assume come la morte di Stefano sia arrivata "in conseguenza delle violenze subite e a causa di gravi omissioni istituzionali” e come la vicenda rappresenti un tragico “simbolo della necessità di riformare il sistema di procedura penale e penitenziale in senso garantista”. La mozione individua anche il testo della targa che sarà via o piazza "Stefano Cucchi, ragazzo", la stessa dicitura dedicata a Carlo Giuliani a Piazza Alimonda, li dove fu ucciso durante gli scontri del G8 del 2001 a Genova. Arriva poi la proposta della famiglia Cucchi al comune di Roma per fare di un casale di famiglia nei pressi di Tivoli, un centro per il recupero di tossicodipendenti. La sorella Ilaria, il papà Giovanni e la mamma Rita Calore, hanno infatti deciso di donare il casale alle istituzioni che ne dovrebbero fare appunto "Casa Stefano". Il progetto è già al vaglio della giunta, sulle scrivanie del vicesindaco Luigi Nieri e dell'assessore alle Politiche Sociali Cutini. "Lì Stefano andava spesso- racconta Giovanni Cucchi – lavorava la terra insieme al nonno e a me e amava quel podere. E ora noi vorremmo che la sua memoria rimanga in un nuovo centro di recupero da organizzare con l'aiuto del Comune, che potrebbe usare il terreno e il casale come un luogo di lavoro per ex tossicodipendenti. Stefano, che è sepolto nel cimitero poco lontano, ne sarebbe felice".

 Cucchi, oggi la sentenza

Oggi verrà messa la parola fine sulla verità giudiziaria sullamorte di Stefano Cucchi, arrestato il 15  ottobre del 2009 per possesso di sostanze stupefacenti e deceduto dopo una settimana all'ospedale Sandro Pertini. La Corte d'Appello oggi potrà decidere di confermare la sentenza di primo grado, che assolveva gli agenti negano che ci furono percosse e condannando solo i medici per omicidio colposo, decidere di accogliere le richieste dell'accusa condannando tutti gli imputati, oppure aderire alla tesi della difesa assolvendo tutti con formula piena. Un processo con 150 testimoni, perizie e controperizie, 12 persone imputate a vario titolo dalle lesioni aggravate all'abuso d'ufficio, dalla negligenza all'abbandono di incapace. La tesi dell'accusa, sostenuta con forza dalla famiglia e in particolare da Ilaria Cucchi che in questi anni si è battuta senza sosta per sapere la verità sul fratello, è nota: Stefano dopo l'arresto e in attesa della convalida viene pestato dagli agenti nelle camere di sicurezza del tribunale, è gracile e fragile il suo fisico crolla e in ospedale viene letteralmente lasciato morire. Per i giudici di primo grado invece non ci furono percosse ma solo la negligenza del personale dell'ospedale.

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