Stadio Roma, politici arrestati per corruzione: soldi per la campagna elettorale e promesse di assunzioni
Luca Parnasi non guardava in faccia a nessuno quando si trattava di affari, stringendo mani a destra e a sinistra. Così come aveva finanziato la Lega (250.000 euro come raccontato da un'inchiesta dell'Espresso e confermato oggi dalle carte dell'inchiesta), elargiva donazioni a destra e a sinistra. "Spenderò qualche soldo per le prossime elezioni", spiegava al telefono a qualche mese dal voto del 4 marzo. E quando il progetto dello stadio della Roma arriva alla Regione Lazio cerca contatti solidi per non aver intoppi e accelerare l'iter alla Regione Lazio. Ci sta l'assessore Michele Civita, con cui sembra avere un rapporto di confidenza e consolidato, e poi Adriano Palozzi, che conosce da quando questi era al comune di Marino ai Castelli Romani, dove il costruttore ha portato in porto diversi affari. Entrambi gli esponenti politici secondo gli inquirenti avrebbero costantemente relazionato all'imprenditore sull'iter del progetto dello stadio risultando "asserviti agli interessi del Parnasi" nell'esercizio delle loro funzioni.
Secondo gli inquirenti Parnasi si sarebbe mobilitato per l'assunzione del figlio dell'ex assessore alla Regione Lazio Michele Civita, finito agli arresti domiciliari. È Civita, secondo quanto riportato dalle intercettazioni, a chiedere al costruttore di interessarsi all'assunzione del figlio, laureato in economia, ricordando una promessa evidentemente già fatta da Parnasi in un'occasione precedente ("tu me l'avevi detto no?"). Civita sembra essere perfettamente consapevole di quanto quella richiesta possa diventare imbarazzante pubblicamente, tanto da chiarire: "Per ragioni di opportunità nulla che riguarda le tue società! Ovviamente!". Parnasi si propone di parlare con i vertici di una società con cui intrattiene rapporti d'affari per caldeggiare l'assunzione. Ed effettivamente c'è traccia di un colloquio in merito tra il presidente della società nominata nel colloquio e Parnasi in merito all'assunzione del ragazzo, conversazione nella quale Parnasi chiarisce il motivo del suo interessamento al figlio di Civita: "Quello è l'uomo di Zingaretti".
Per quanto riguarda invece il consigliere di Forza Italia e vicepresidente del consiglio regionale Adriano Palozzi, Parnasi avrebbe garantito il pagamento di una fattura di 25.000 euro dalla sua Eurnova Srl, alla Pixie Social Media Srls, che vede come amministratore di fatto l'esponente politico di Forza Italia e come amministratrice formale Vanessa Ababire Aznar. Una fattura saldata per un lavoro che non sarebbe mai stato eseguito in data 26.02.2018, in piena campagna elettorale. In un telefonata tra Palozzi e Parnasi, il primo chiede al secondo in caso andasse a fare l'assessore cosa preferirebbe il suo interlocutore ("io volevo parlare con te anche di questo, io resto sempre un tuo amico… tu valuta se ci è utile urbanistica") e l'imprenditore non se lo fa dire due volte: "Urbanistica o Sanità". Nel corso delle conversazioni successive l'esponente politico e l'imprenditore prendono accordi per il sospetto finanziamento illecito alla campagna elettorale di Palozzi, che chiede esplicitamente aiuto all'imprenditori spiegandogli che c'è bisogno "che mi inizi a dare una mano, perché io sto disperato! Mi serve una mano", e Parnasi non manca di rassicurarlo: "Non ti lascio solo tranquillo". E ancora una volta Palozzi si propone come interlocutore privilegiato: "Se io vinco vado a fare l'assessore in regione e sono utile".