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Spunta una testa di lupa a Villa Pamphilij: il tronco di un pino abbattuto diventa una scultura

A villa Pamphilij è comparsa una testa di lupa ricavata dal moncone di un pino abbattuto. A realizzarla Andrea Gandini, autore di decine di opere intagliate nel legno sparse a Roma. Un gesto per dare un senso e far rivivere alberi spesso tagliati per incuria.
A cura di Alessia Rabbai
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Il moncone dell'albero diventato scultura (Foto Facebook Associazione Villa Pamphilij)
Il moncone dell'albero diventato scultura (Foto Facebook Associazione Villa Pamphilij)

Spunta una testa di lupa a Villa Pamphilij a Roma. È un'opera d'arte scavata nel legno e ricavata dal moncone di un pino abbattuto. Ancora incompiuta, ha già attirato l'attenzione di tante persone. A pubblicarne gli scatti il gruppo Facebook associazione Villa Pamphilij, che rende nota la notizia come una piacevole scoperta. Il curioso rinvenimento risale a qualche giorno fa, all'interno della Grande Pineta presente nella frequentata villa romana. A destare la curiosità dei visitatori è stato il rumore improvviso di una motosega, che ha insospettito i cittadini e che, ignari, li ha spinti a segnalare l'accaduto alle forze dell'ordine. Ricevuta la chiamata, sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Roma Capitale del XII Gruppo, che si sono imbattuti nell'artista al lavoro.

L'artista è Andrea Gandini

L'autore dell'opera è Andrea Gandini, un ragazzo celebre per la sua abilità di ricavare dal legno figure dalle fattezze sorprendenti, anche molto dettagliate. Sono 65 le sue opere realizzate a Roma, in Italia e nel Mondo, ritraggono innumerevoli soggetti, tra i quali animali, volti e cose. Un'attività nata cinque anni fa, quando Andrea ha scoperto la sua passione di realizzare opere in strada che potessero essere ammirate quotidianamente dai passanti. In questo frangente ha scelto la lupa come animale che rappresenta l'essenza della città. Una tecnica d'intaglio che passa dalla motosega a scalpelli e sgorbie. La scultura non è ancora finita: il progetto è quello donare ai visitatori di Villa Pamphilij una "lupa capitolina", con tanto di Romolo e Remo alla base.

La lupa a Villa Pamphilij

"Ho scelto questo soggetto perché la fierezza della Città Eterna risiede in questi piccoli gesti, come recuperare un ‘tronco morto' e ridagli vita sotto forma di una nuova essenza – spiega l'artista, contattato da Fanpage.it – Quando chi governa non è in grado di risolvere diversamente la questione delle alberature, le piante si abbattono. Roma, che si nutre di questa tristezza, può trovare la forza di reagire guardando alle antiche vestigia del passato". Ora per i cittadini l'opera ora è diventata "il richiamo della pineta". Entusiasti l'hanno definita "un interessante e gradito ‘tocco' per riscattare una perdita, per decorare un simbolo del degrado e dell'abbandono: la villa, come tutta la città sono ormai costellate di poveri monconi".

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