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Spara ai ladri e ferisce un 16enne: “Ero spaventato, ma non volevo colpire nessuno”

Il ventinovenne che ha sparato ad un gruppetto di ragazzi durante un presunto tentativo di furto nella sua abitazione, spiega di non aver capito di averne colpito uno, il sedicenne ricoverato poi al Gemelli di Roma. “Ho avuto paura, ma non volevo colpire”. Non risulta indagato, ma la dinamica è al vaglio: il giovane è stato colpito all’addome, ma non c’è traccia di sangue in casa.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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E' ancora un mistero l'esatta dinamica degli spari che nel pomeriggio di venerdì 26 aprile avrebbero portato al ferimento di un ragazzo di sedici anni, raggiunto all'addome da un colpo di pistola. Al momento, non ci sono indagati: il fascicolo è stato aperto contro ignoti, ma le indagini dei carabinieri di Monterotondo, guidate dal tenente Danilo Passi, stanno cercando di chiarire tutti gli aspetti ancora oscuri di questa vicenda. Partendo da quanto dichiarato da Andrea Pulone, il ventinovenne che avrebbe sparato il colpo di pistola che ha ferito il sedicenne, probabilmente a causa di un tentativo di furto da parte dello stesso ed altri complici nell'abitazione dove il ventinovenne stesso si trovava assieme alla fidanzata.

Il condizionale è d'obbligo, perché la vicenda non è chiara. Del resto, inizialmente le due storie non erano neppure collegate: solo incrociando orari e tempistiche, si è pensato che in qualche modo potesse esserci un nesso tra entrambe. La dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti: al momento, l'ipotesi è che il giovane che avrebbe aperto il fuoco, utilizzando una pistola regolarmente detenuta per uso sportivo, lo avrebbe fatto per paura, ma senza l'intenzione di voler colpire. Lui, il ventinovenne, laureato all'Università Roma Tre, viene descritto da tutti come una persona tranquilla e seria. Agli inquirenti avrebbe raccontato, secondo quanto riportato dal quotidiano "il Messaggero" in un articolo a firma di Mauro Evangelisti e Morena Izzo, di trovarsi in casa con la fidanzata, quando attorno alle 19 di venerdì 26 aprile avrebbe sentito dei rumori provenire dall'esterno. A quel punto avrebbe preso la pistola e, arrivato all'ingresso della casa, avrebbe detto loro di andarsene, sparando un colpo solo per spaventarli quando ha capito che il gruppetto di giovani non stava andando via. "Pensavo di avere colpito solo la libreria, quando ho visto che andavano via, ho pensato che tutto finisse lì. Ero convinto di non avere colpito nessuno", avrebbe spiegato il giovane agli inquirenti.

E' stato proprio lui, successivamente, a chiamare i carabinieri: ma proprio dai rilievi di questi ultimi emergerebbero alcune perplessità. Non ci sarebbero, infatti, tracce di sangue all'interno dell'abitazione, ma solo fuori, sulla strada. E da quanto emerso in ospedale, il giovane è stato colpito all'addome, non alle spalle, quindi il colpo non è stato esploso mentre stava fuggendo. Non si capirebbe, però, come mai del sangue non ci sia traccia nel cortile, ma solo sul marciapiede in strada: non è escluso, tuttavia, che forse possa essere stato in qualche modo "trattenuto" dagli abiti del giovane. I due complici del ragazzo lo avrebbero poi lasciato davanti all'ospedale Gemelli, prima di fuggire. Al momento però il ventinovenne non risulta indagato. Ma la sua posizione, così come la dinamica dell'intera vicenda, è al vaglio dei carabinieri, che nelle prossime ore proveranno a dissipare l'alone di mistero che circonda questa vicenda, che solo il caso ha voluto non finisse in tragedia.

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