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Sora, omelia anti-migranti del parroco: “Hanno telefoni e catenine, non sono perseguitati”

Durante le celebrazioni della festa di San Rocco il parroco, don Donato Piacentini, ha parlato dei migranti, che “arrivano con telefonini e catenine al collo” e che “non scappano da persecuzioni”. Una serie di frasi che hanno suscitato un applauso in piazza ma dure critiche sui social. La diocesi di Sora ha preso le distanze da quei concetti.
A cura di Nico Falco
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"Non è vero che scappano dalle persecuzioni", "hanno telefonini o catene al collo", "guardiamo la nostra Patria, alle persone che hanno bisogno qui". Insomma, tutto il campionario delle frasi che costituiscono il leitmotiv di quando, specialmente su Internet, c'è qualcuno pronto a spiegare tutti quei motivi per cui non si dovrebbero accogliere migranti, che in realtà, tutto sommato, non se la passerebbero poi tanto male. E anche stavolta Internet è il mezzo di diffusione, ma non si tratta di qualche post sgrammaticato o dell'arringa di un politico: è parte dell'omelia di un sacerdote, che durante la festa patronale si è lasciato andare a queste tesi quantomeno controverse, suscitando qualche applauso dei presenti ma anche dei fischi da parte di altri che hanno commentato "vergogna!" e se ne sono andati.

Il sacerdote è don Donato Piacentini, il riferimento è ai migranti di Open Arms e l'occasione sono i festeggiamenti per San Rocco a Sora, cittadina della Ciociaria. L'omelia del parroco è stata ripresa col telefono cellulare da alcuni dei presenti e quelle parole, condivise con un video su Internet, sono diventate un caso tra chi, proprio come successo in piazza, si schiera dalla parte del parroco e chi, invece, critica aspramente quelle tesi. La differenza si vede nei video che sono stati pubblicati sui social network: in alcuni si sente partire un applauso quando il sacerdote parla dei migranti, in altri, nello stesso punto, il commento di chi registra è "buu, vergognati".

"Quante persone hanno bisogno di un sorriso, di una luce – dice il sacerdote – dove sono gli uomini che se ne fanno carico? voglio essere polemico: non sono sulle navi che si vanno a soccorrere, di persone che hanno telefonini oppure catene al collo e dicono che vengono dalle persecuzioni. Guardiamo la nostra città, guardiamo la nostra Patria guardiamo le persone che ci sono accanto e hanno bisogno. E io quante ne conosco! sono tante, tantissime, una marea. E si vergognano del loro stato di vita, perché non si può vivere in certo modo con queste disuguaglianze. C'è bisogno veramente di una giustizia, ma non di una giustizia a tempo, una giustizia che diventa ingiusta. Abbiamo bisogno veramente di vivere la grazia di Dio".

Le simpatie leghiste di don Donato Piacentini

Dando un'occhiata ai profili sui social network del sacerdote, si vede poi che già in passato ha palesato le sue idee sulla questione immigrazione e in modo anche esplicito. Con un suo post pubblicato a febbraio, e riproposto il sei agosto, condivide il link di una pagina in cui compare un fotomontaggio con Matteo Salvini che regge un cartello dove, inserita con un programma di fotoritocco, c'è la scritta "Se vuoi che continuo a fermare gli sbarchi condividi e scrivi fallo". Quel post, per completezza di informazione, è stato pubblicato dalla pagina a gennaio e finora ha raggiunto 7675 like e ben 325.261 condivisioni.

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La diocesi di Sora prende le distanze dalle parole del parroco

Con un comunicato, il vescovo di Sora, monsignor Gerardo Antonazzo, ha preso le distanze dai concetti espressi da don Donato Piacentini durante l'omelia a Sora.

"Nella ricorrenza della festa di s. Rocco il vescovo mons. Gerardo Antonazzo ha celebrato l’eucarestia in piazza s. Rocco, in Sora, davanti ad una gremita assemblea di fedeli – si legge nel comunicato – nell’omelia il pastore della Diocesi, attingendo alla ricchezza dei testi della Parola di Dio proclamata durante la liturgia, ha sottolineato come uno dei cardini fondamentali della vita di San Rocco è stata la scelta evangelica del “prima gli altri” per amore di Cristo povero e sofferente, presente negli appestati, contagiati, ammalati e moribondi che san Rocco ha abbracciato, servito, amato più di se stesso.

La testimonianza di san Rocco incoraggia ancor più l’operato della nostra Chiesa, soprattutto attraverso la Caritas, sempre impegnata nell’accoglienza e nel servizio amorevole delle antiche e nuove forme di povertà. Tale accoglienza è stata rivolta in particolare agli immigrati giunti sul nostro territorio, in perfetta collaborazione con la Prefettura di Frosinone, con le Istituzioni civili locali, con le Associazioni di volontariato impegnate nel processo di integrazione.

Questa è la scelta pastorale che non potrà cambiare perché il cristiano obbedisce al Vangelo della Carità nei confronti di chiunque, senza distinzioni né esclusioni. Qualunque pensiero in senso contrario espresso da chiunque non esprime la volontà della Chiesa diocesana, e si deve addebitare esclusivamente a discutibili scelte personali di ogni singolo soggetto. Nel prossimo mese di settembre il direttore della Caritas diocesana sarà presente in Turchia all’incontro internazionale delle Caritas impegnate nell’accoglienza degli immigrati".

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