Smeriglio fa 12 domande a Sabella sul g8. Marino: “Chi è contro di lui sta con la mafia”
Dopo l'intervista dell'assessore alla Legalità di Roma Capitale Alfonso Sabella sul g8 di Genova, all'indomani della condanna di Strasburgo comminata all'Italia per tortura, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio di Sel, ha rivolto al magistrato prestato alla politica 12 domande. Nel 2001 Sabella era a capo del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), responsabile tra l'altro del carcere allestito nella caserma di Bolzaneto dove si svolsero alcuni dei più violenti pestaggi ai danni dei manifestanti, molti dei quali provenienti dalla scuola Diaz. Ora, 14 anni dopo, Sabella parla di un complotto ai suoi danni, fa riferimento ai servizi segreti, a un piano per arresti preventivi e per provocare un morto in piazza. "Io c’ero al G8 di Genova 14 anni fa, come rappresentante istituzionale. – scrive Smerigilio – E come tanti altri ho subito violenze e restrizioni in altre circostanze mai viste, né prima, né dopo. Il tema per me non è quello delle dimissioni di Sabella, che è arrivato in Campidoglio, tra l’altro, dopo la partenza dell’inchiesta di Mafia Capitale. Il tema è quello di stabilire una verità giudiziaria e storica su Genova. Ecco perché, leggendo l’intervista, mi sono venute spontanee alcune domande per l’assessore".
Interrogativi che hanno mandato su tutte le furie Ignazio Marino, che ha attaccato a testa bassa l'esponente di Sel arrivando a chiedere chiarimenti al collega di partito e governatore del Lazio Zingaretti. "Esigo un chiarimento immediato dal presidente della Regione Zingaretti e da Sel. Schierarsi contro Sabella dal mio punto di vista significa schierarsi con la mafia". Parole pesanti quelle di Marino, che difende a spada tratta il suo assessore chiamato in Campidoglio dopo la deflagrazione dell'inchiesta su mafia capitale: "Nessuno si deve permettere di criticare l'azione di un uomo che ha rischiato per tutti noi la propria vita e quella dei suoi famigliari inseguendo, identificando e arrestando persone come Giovanni Brusca che hanno massacrato Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. Se non abbiamo rispetto per queste persone allora forse è meglio che lasciamo il Paese".
Anche il vicensindaco di Sel Luigi Nieri fa quadrato attorno a Sabella ma non bast. Marino arriva a sospendergli per alcune ore le deleghe come ritorsione verso Sel, il capogruppo Peciola denuncia "ci vogliono cacciare"e minaccia di andarsene dalla maggioranza. Poi la mini crisi sembra rientrare, ma i quesiti posti dal numero due della Regione Lazio rimangono ancora senza risposta e i rapporti tra Sel e il sindaco sembrano per la prima volta incrinarsi davvero, nonostante Smerigilio ribadisca nel pomeriggio "la massima fiducia" nei confronti dell'assessore Sabella, mentre Zingaretti parla di "equivoco rientrato".
Le 12 domande di Smeriglio a Sabella
1) Perché vuole essere denunciato? Cosa vuole che venga fuori?
2) Chi le ha illustrato il piano degli arresti preventivi?
3) Chi voleva i respingimenti generalizzati alla frontiera?
4) Chi e come doveva operare gli arresti preventivi? In base a quali criteri?
5) Chi doveva vietare i colloqui con i difensori delle persone arrestate preventivamente?
6) Chi diede l’ordine di creare due prigioni provvisorie a Forte San Giuliano e Bolzaneto?
7) Chi redasse il piano per poi modificarlo in corso d’opera per “soffiare sul fuoco e far esplodere gli scontri”?
8) Quale la regia politica, che, secondo lei, voleva far esplodere la violenza?
9) Chi, quali apparati dello Stato, quale personalità politica voleva il morto a Genova? Sempre come da lei riportato nell’intervista?
10) Chi la voleva incastrare e perché?
11) Davvero lei non si rese conto delle violenze fuori controllo che sotto la sua personale responsabilità si stavano perpetrando a Bolzaneto?
12) Non pensa sia utile una commissione di inchiesta parlamentare sui tragici fatti di Genova? Nel qual caso si metterà a servizio della ricostruzione dei fatti e della verità su quei giorni?