Sgominata la ‘Cosa Nostra’ della Tiburtina: organizzazione mafiosa e violenta
Una maxi operazione è in corso dalle prime ore di oggi, giovedì 8 marzo, e ha mobilitato circa 300 carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coadiuvati da elicotteri e unità cinofile dell'Arma per l'esecuzione di 39 ordinanze di custodia cautelare, verso altrettante persone ritenute facenti parte della medesima organizzazione criminale, dedita al traffico di sostanze stupefacenti, armi ed estorsioni, tutto aggravato dal metodo mafioso. Gli inquirenti hanno denominato l'organizzazione non a caso la ‘Cosa Nostra' della Tiburtina. Quarantasei i provvedimenti di perquisizione tuttora in corso. In tutto 46 le persone coinvolte nell'inchiesta, tra cui sette donne, alcune delle quali con ruoli apicali al vertice dell'organizzazione: queste avrebbero avuto "un ruolo chiave per veicolare messaggi, nascondere la droga ed eludere i controlli delle forze dell’ordine".
L'operazione di questa mattina è arrivata dopo un'indagine durata un' anno, che ha portato alla "l’esistenza di un’organizzazione dai connotati mafiosi£, dedita principalmente alla£ gestione del monopolio del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, nell’area est della Capitale". Il sodalizio criminale per raggiungere i suoi scopi non esitava ad esercitare la violenza nei confronti di pusher concorrenti e debitori, picchiati selvaggiamente, assicurandosi così la gestione delle piazze di spaccio di Tivoli e Guidonia. L'inchiesta è partita dal fermo di due pusher trovati in possesso di un chilo di cocaina. Indagando è venuta alla luce un'organizzazione criminale di tipo piramidale, i cui appartenenti erano in molti casi uniti anche da vincoli di sangue e parentela.