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Il caso Maria Sestina Arcuri

Sestina Arcuri, la nonna del fidanzato in carcere: “Li ho visti rotolare, mio nipote è innocente”

L’intervista a Mirella Iezzi, la nonna di Andrea Landolfi, il trentenne romano in carcere con l’accusa di omicidio per la morte della fidanzata Maria Sestina Arcuri, deceduta dopo una caduta dalle scale a Ronciglione. “Mio nipote è innocente e ama ancora Sestina, le scrive delle lettere dal carcere”.
A cura di Redazione Roma
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"Mio nipote è innocente e ama ancora Sestina" sono le parole di Mirella Iezzi, la nonna di Andrea Landolfi, in carcere con l'accusa di omicidio per la morte della fidanzata Maria Sestina Arcuri, deceduta lo scorso febbraio a seguito di una caduta dalle scale nella villetta di via Papirio Serangeli a Ronciglione, in provincia di Viterbo. Nonna Mirella, intervistata da Fanpage.it ha ripercorso i momenti della notte in cui sono accaduti i drammatici fatti che hanno portato alla scomparsa della giovane, fornendo la sua versione dei fatti. Attualmente è indagata per omissione di soccorso e false dichiarazioni al pubblico ministero. Secondo il Tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso alla misura cautelare presentato dalla difesa infatti, la donna "mente su tutta la linea" e avrebbe coperto il nipote, senza chiamare i soccorsi per la ragazza.

Mirella, cosa ricorda della notte in cui Andrea e Sestina sono tornati a casa dopo la serata al pub?

Entrambi erano sulle scale, per recarsi al piano superiore, ma si sono fermati agli ultimi gradini: Sestina si trovava già al secondo piano, mentre Andrea leggermente più in basso, ancora sulla scala. Ho udito che parlottavano tra loro e ho pensato "Ah, dai che ci risiamo, si stanno baciando questi due". Ero di sotto, proprio vicino al camino e posso dire che non è vero che erano arrabbiati e stavano litigando.

Poi cosa è successo?

Ho sentito mio nipote che parlava "Sestina, non mi tirare per la felpa, mi fai cadere" perché lei lo voleva abbracciare e le diceva "Lo sai che tu sei la mia donna e io amo solo te?". Poi, improvvisamente, li ho visti scivolare tutti e due e si sono fermati sotto al camino. Mio nipote gridava di dolore pensando che si fosse rotto il bacino. Allora li ho tirati su entrambi, prima mio nipote con uno sforzo enorme, poi Sestina e l'ho fatta sedere sulla poltrona. Le ho preso la testa tra le mani e le ho detto "Amore come ti senti?" e lei mi ha risposto: "Sto bene nonna, quello che mi fa male è dietro la schiena".

Perché è uscita nel cuore della notte per andare a farsi visitare e non è più rientrata a casa?

Sono uscita perché venerdì mattina sono caduta su una scala di ferro e mi sono fatta male. Non è vero quello che si dice, che io nipote mi ha picchiata, che mi ha rotto le costole, perché non me le hanno trovate fratturate. Andrea mi ha solamente scansata dicendomi "Nono, voglio stare io vicino". Allora sono uscita, sono andata al primo soccorso perché sono anche diabetica, ma le dottoresse si sono prese gioco di me. Così mio genero è venuto a prendermi e mi ha portato al San Filippo Neri.

Pensa che suo nipote sia responsabile della morte di Sestina?

Mio nipote è innocente, l'amava e l'ama ancora. È un ragazzo dolcissimo, ha sempre lavorato con i ragazzi disabili. A Sestina scrive delle lettere dal carcere chiedendole di prenderlo con lei, ma io lo sgrido perché ha un figlio di cinque anni che gli hanno tolto.

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Articolo a cura di Alessia Rabbai e Simona Berterame

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