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Se Roma non è più “ladrona”, la marcia di Salvini sul Campidoglio

Il progetto di Matteo Salvini di dare vita ad una formazione politica sul modello del Front National della Le Pen passa per Roma. Ma chi sono i leghisti della Capitale? Dagli ex forzisti di Marco Pomarici all’estrema destra di Marco Pomarici tutti pronti a saltare sul carro del Carroccio.
A cura di Valerio Renzi
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Il progetto di Salvini di un movimento nazionale passa per Roma. Archiviato il regionalismo della primo ora e le velleità indipendente, il modello del leader del Carroccio è esplicito: quel Front National di Marine Le Pen che ha fatto man bassa di voti tuonando slogan contro l'immigrazione e l'Europa delle banche. Sfondare la linea Maginot rappresentata dalla Capitale è però fondamentale; scordatevi così gli slogan contro la "Roma ladrone", ora la Lega è pronta a tendere la mano alle periferie in subbuglio contro il degrado, i rom e i centri per rifugiati.

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Non passa settimana che Mario Borghezio, eurodeputato eletto anche grazie ai voti di Casa Pound nella circoscrizione del centro Italia, non si paracaduti in qualche quartiere a soffiare sul fuoco, di solito scortato e accompagnato proprio dal movimento di estrema destra di via Napoleone III. Venerdì scorso stava all'Eur ad una fiaccolata contro la prostituzione, dove ha rimediato fischi dai comitati vicini a Fratelli d'Italia, poco disposti a farsi rubare la scena; domenica invece era all'Infernetto contro il centro per immigrati, dove ha detto "io candidato a sindaco di Roma? Sarebbe un onore". Casa Pound ha rimediato solo qualche zero virgola alle scorse elezioni correndo da sola, così ora è pronta a salire sul carro di Salvini direzione Campidoglio.

Ma nell'orbita di Salvini e della Lega non è entrata solo l'estrema destra. Perché il Carroccio in Aula Giulio Cesare c'è già: Marco Pomarici, seguito da cinque consiglieri municipali, ha lasciato il Nuovo Centro Destra per dar vita alla "Lega dei Popoli". Una lunga militanza in Forza Italia, ha così motivato la sua scelta: "vogliamo condividere sul territorio le battaglie identitarie di Matteo Salvini perché oggi è l’unico che ha il coraggio e l’energia per rappresentare i valori di centrodestra in cui abbiamo sempre creduto e capace di contrapporsi al vuoto di governo e all’ambiguità renziana". Ma forse la verità sta nel fatto che il progetto di Salvini per una nuova Lega potrebbe funzionare, e le poltrone in Campidoglio e nei municipi che Forza Italia e l'Ncd possono garantire forse sono troppo poche. Così in tanti potrebbero essere attratti da una lista con il nome del leader leghista, secondo dopo Renzi per gradimento degli elettori secondo gli ultimi sondaggi.

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A mettere i bastoni tra le ruote ci potrebbero pernsare quelli di Fratelli d'Italia, che hanno ereditato da Alleanza Nazionale il radicamenti in diversi quartieri della città e che non vedono di buon occhio il protagonismo nelle periferie dell'estrema destra con annesse comparsate di Borghezio. Come tutti sanno poi Giorgia Meloni ha da sempre un sogno nel cassetto: la candidatura a sindaco di Roma, un progetto per cui cerca alleati nella stessa Lega. Da anni la Meloni coltiva un rapporto privilegiato con Flavio Tosi, il sindaco di Verona emarginato dalla leadership salviniana che gli ha scippato la guida del partito dopo l'eclissi del cerchio magico di Bossi. Non è un caso allora che Flavio Tosi sia stato il protagonista di un dibattito nella sede del “Foro 753”, associazione vicina al senatore Fabio Rampelli e a Fratelli d'Italia.

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