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Se Ignazio Marino non si dimette i consiglieri del Pd sono pronti a sfiduciarlo in aula

Doveva essere finito Ignazio Marino, dopo che la sua maggioranza l’aveva mollato, dopo che la magistratura è arrivata sul caso degli scontrini. E invece da solo contro tutti sembra essere resuscitato e vuole combattere prima di uscire di scena: se il Pd lo vuole mandare a casa dovrà farlo a viso aperto, sfiduciandolo in aula. I consiglieri del Pd si dicono compatti.
A cura di Valerio Renzi
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Doveva essere finito Ignazio Marino, dopo che la sua maggioranza l'aveva mollato, dopo che la magistratura è arrivata sul caso degli scontrini. E invece da solo contro tutti sembra essere resuscitato: ieri in piazza di Campidoglio erano in tanti a sostenerlo, elettori e militanti del centrosinistra. C'era chi addirittura si è vestito da marziano, tante le bandiere del Partito democratico, "il partito che ho contribuito a fondare" sottolinea lui. Un Marino mattatore che arringa la folla e il popolo del centrosinistra romano, che ha trovato in quel chirurgo liberale e dai modi da manager un inaspettato condottiero, risponde cantando Bella Ciao e gli Inti Illimani.

Ignazio Marino verso la sfiducia in aula

Da quello promesso ieri alla "sua" piazza Ignazio Marino vuole andare alla conta in aula. Vuole farsi sfiduciare dai consiglieri del Partito democratico, mentre gli eletti della Lista civica sarebbero disposti ad accordargli ancora la fiducia. A fare marcia indietro potrebbero essere anche i vendoliani: dopo aver contribuito in maniera determinante alle dimissioni chiedendo a Marino di fare un passo indietro, ora il gruppo dirigente romano e nazionale appare spiazzato dalla reazione della piazza e del proprio elettorato. Così i consiglieri di Sel decideranno il da farsi solo dopo aver ascoltato il sindaco in Aula Giulio Cesare. Sono 27 in tutto i consiglieri comunali che compongono la maggioranza: anche incassando i 4 si della Lista civica e i 4 di Sel, rimane lo scoglio dei 19 rappresentanti del Partito democratico.

I consiglieri dem a Marino: "La nostra posizione non è cambiata"

Il gruppo dem in aula Giulio Cesare oggi ha fatto cadere qualsiasi ambiguità sulla posizione degli eletti: "La posizione assunta dal Pd nazionale e da tutti noi non è mai cambiata rispetto al 12 ottobre, giorno in cui il sindaco ha presentato le sue dimissioni. Null'altro c'è da ribadire se non che ogni futura decisione sarà condivisa e concordata con il Partito di cui facciamo parte e di cui fanno parte gli eletti a tutti i livelli". A sottoscrivere la dichiarazione tutti i consiglieri nessuno escluso: Valeria Baglio, Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Athos De Luca, Michela Di Biase, Cecilia Fannunza, Alfredo Ferrari, Valentina Grippo, Liliana Mannocchi, Dario Nanni, Marco Palumbo, Fabrizio Panecaldo, Gianni Paris, Laura Pastore, Ilaria Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi. Dal punto di vista tecnico le possibilità di mandare a casa Marino nel momento cin cui il sindaco volesse ritirare le dimissioni sono due: o una mozione di sfiducia o le dimissioni di almeno 25 consiglieri comunali.

Ha precisare ulteriormente la posizione degli eletti è intervenuto il capogruppo Fabrizio Panecaldo: "Crediamo che alcune battaglie portate avanti e successi, che sono un patrimonio di questa maggioranza, si siano trasformati nelle mani di Marino in un boomerang".  "La comunicazione fa parte della narrazione – spiega ancora Panecaldo – Se non si percepisce la rivoluzione io potrei essere anche rivoluzionario ma non vengo percepito come tale. Se mettiamo tanti temi, dalla vendita del patrimonio ai residence a Malagrotta, tutte piccole rivoluzioni che stavamo facendo ma che sono state viste al contrario dai cittadini".

Esposito: "Chi ha deciso dimissioni di Marino? Lui stesso"

"Chi ha deciso che Marino si dovesse dimettere? Lui stesso. Il 12 ottobre facemmo una riunione di giunta, in cui abbiamo comunicato nella sede congrua le nostre conclusioni politiche, e cioè che l'esperienza di governo fosse finita. Marino ne ha preso atto e ha dato le dimissioni in un video comunicato, come è noto. Nessuno gli ha puntato una pistola alla testa", queste le dichiarazioni rese dal senatore Pd Stefano Esposito, assessore dimissionario ai Trasporti. "Rispetto tutte le manifestazioni pacifiche ma oggi il fatto rilevante penso sia la lettera dei 19 consiglieri comunali che hanno confermato che non c'è nessuna novità rispetto al 12 ottobre. La manifestazione rappresentava forse parte dell'opinione pubblica, credo minoritaria", ha aggiunto Esposito per poi concludere: "Le dimissioni credo saranno confermate".

Il Movimento 5 Stelle: "Pd firmi nostra mozione di sfiducia"

Il Movimento 5 Stelle, per bocca del parlamentare Alessandro Di Battista, prova a prendere in contropiede le mosse del Partito democratico. "Sia il Pd a firmare la nostra mozione di sfiducia – ha dichiarato Di Battista – La nostra mozione di sfiducia è pronta da tempo, da molto prima che Marino si dimettesse per la vicenda scontrini. Dunque il Pd la firmasse, che mentre gioca con Marino Roma muore. Né noi, né i cittadini si fidano più dei balletti del Pd romano".

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